Quattro calciatori ‘portafortuna’. Giocano poco, lasciano il segno, sono idoli dei tifosi
Non chiamateli salvatori della patria, fenomeni o calciatori di un’altra categoria. Loro appartengono ad una schiera del tutto particolare. Sono capaci di cambiare il volto della partita anche giocando solo un minuto e senza toccare alcun pallone. Stanno in silenzio ogni volta che il mister li lascia marcire in panchina o addirittura in tribuna e si preoccupa di non invogliarli a calciare in porta nel corso della gara. Sono i “talismani” del calcio, veri e propri portafortuna che con impegno e sacrificio, riescono a trascinare la squadra verso grandi risultati, solo grazie al loro singolare potere. Scopriamone alcuni.
Il 5 volte campione d’Italia, Padoin è diventato l’idolo del web
“Padoin è un giocatore talmente intelligente che può giocare ovunque”. Le parole di Max Allegri, lo scorso anno, prima di Roma-Juventus (2-1), fecero capire quanta stima avesse l’ex Milan nei confronti di uno degli ex pupilli di Conte. Eppure il personaggio di Simone Padoin, 107 gare in bianconero e 3 gol in cinque anni, è cresciuto nel tempo. E’ lui il portafortuna di Conte prima e Allegri poi, i cinque scudetti della Juventus sono anche merito della sua buona stella. Coincidenze? Chiedete allora a Gregorio Paltrinieri, che prima di vincere l’oro alle Olmpiadi, era stato allo Stadium di Torino proprio al fianco di super Simo. Oppure a Rugani, che ha segnato il suo primo gol in bianconero dopo aver toccato con mano l’ex portafortuna bianconero. Con queste premesse Cagliari, la sua squadra attuale, già sogna.
Pomini dalla Serie C2 alla Europa League
Difficilmente un giorno, di questo Sassuolo dei miracoli, ci ricorderemo di Alberto Pomini. Una squadra capace di arrivare in Europa League, con un gruppo tutto italiano e con un allenatore e una società bravi a saper valorizzare i tanti giovani del settore giovanile delle più grandi squadre italiane. Ma si sa, l’ossatura di base deve essere di quelle pesanti. E allora Pomini rientra fra queste. Uomo spogliatoio, capitano fuori dal campo, il portiere veneto, classe 1981, veste il neroverde dal 2003 e non ha alcuna intenzione di smettere. Viene considerato il vero portafortuna degli emiliani i quali, con lui e Magnanelli in rosa, hanno totalizzato ben 3 salti di categoria e la storica qualificazione in Europa League.
Trezeguet sempre in gol quando la mamma era in tribuna
La fortuna però, può essere anche trasmessa al calciatore tramite elementi esterni. E se questi poi si trovano proprio all’interno della stessa famiglia, tanto meglio. E’ il caso di David Trezeguet ex bomber della Juventus e trascinatore dell’attacco dei bianconeri in passato con Alex Del Piero. Tanti gol con Pinturicchio, ma anche un aneddoto tutto particolare, ovvero quello che il franco-argentino, andava in gol solo quando c’era la mamma a guardarlo dalla tribuna. L’assenza dagli spalti infatti (rare volte) era una vera “mazzata” per dirigenti, tifosi. Fortunatamente per noi, quella notte della finale della Coppa del Mondo fra Francia e Italia nel 2006, la madre di Trezegol, non riuscì ad essere presente… Sappiamo tutti poi come andò a finire.
Bakaye Traoré, l’uomo degli ultimi 5′ e della benedizione a Mexes
“Ma perché lo schieri sempre a fine partita? Perché porta bene”. Spiazzò tutti Massimiliano Allegri quando, ancora al Milan, chiarì così il “mistero” attorno all’inspiegabile ingresso in campo di Bakaye Traoré negli ultimi minuti di gara. Già, perché il francese, arrivato a Milano dal Nancy come oggetto misterioso, pare fosse apprezzato dal tecnico livornese proprio per questa sua particolare dote. Un episodio particolare? Il più famoso resta quello di aver imposto le mani su Mexes nell’intervallo di Siena-Milan. Risultato, il francese segnò poi il gol che qualificò il Milan in Champions League.