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Quanto è bella e forte l’Atalanta. Dove può arrivare la squadra di Gasperini?

L’Atalanta, miglior attacco del campionato, ha un’idea chiara di calcio. Comincia tutto dalla difesa a tre: marcature sull’uomo e centrali coinvolti nell’avvio dell’azione. Gasperini ha ritagliato un ruolo di creatore di spazi per Ilicic, vice-capocannoniere della squadra, e lascia Gomez libero a tutto campo.
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Cinque gol per salutare il 2019. Cinque gol per iniziare il 2020. L'Atalanta di Gasperini, miglior attacco del campionato, gioca con e per la storia. Solo due squadre nella storia della Serie A a girone unico, l'Inter (47) e la Fiorentina (56), nel campionato 1958-59. Un'altra era, un altro calcio. Gasperini vince e diverte con e senza Duvan Zapata, ha rigenerato Muriel, ringiovanito Gomez che copre più campo di prima, ritagliato per Ilicic un ruolo ibrido che lo lascia libero di seguire l'ispirazione. Ma, come insegnano gli allenatori che hanno cambiato la visione del calcio offensivo, per giocare così serve una grande difesa.

Il paradigma della difesa a tre

Folgorato sulla via della difesa a tre dall'Ajax quando allenava la Primavera della Juventus, la sua è un'idea di calcio aggressivo che comincia proprio dallo stile difensivo. I tre centrali pressano sull'uomo, accettano la sfida a campo aperto con un centrocampo che fa densità in mezzo e all'occorrenza uno degli esterni che scala dietro in appoggio. “Se aspetti, vedi la palla tre volte in 40 minuti. Io mando tutti a pressare, così ogni giocatore deve muoversi in conseguenza del compagno. Difendere correndo in avanti. Ma se salta una rotellina del meccanismo, puoi prenderne sette” ha detto alla Gazzetta dello Sport.

Per questo, ha scelto spesso ex terzini nella linea a tre. Li tiene larghi, affida a loro l'avvio dell'azione, anche rinunciando in qualche caso a un playmaker classico a centrocampo. Come Toloi, che ha giocato anche da terzino, ha faticato nell'impatto con la Roma dopo il San Paolo e nell'Atalanta di Reja. Ma con i metodi di lavoro e il modulo di Gasperini si esalta. “Mi piace uscire palla al piede” diceva a Bergamo nerazzurra nel 2018. Oggi è il secondo giocatore della rosa per passaggi a partita dopo Djimsiti, e il secondo per contrasti dopo Palomino.

Un esempio chiaro delle strategie difensive arriva dalla partita contro la Juventus: marcatura sull'uomo e concentrazione degli uomini per chiudere le linee di passaggio. Anche a costo di scoprirsi un po' negli spazi di mezzo verso le fasce.

L'attenzione nella copertura su uomini e linee di passaggio in questo fotogramma da Atalanta-Juventus (elaborazione Total Football Analysis)
L'attenzione nella copertura su uomini e linee di passaggio in questo fotogramma da Atalanta-Juventus (elaborazione Total Football Analysis)

Pressing efficace e controllo delle fasce

Una volta recuperato il pallone, poi, l'Atalanta si distende per concatenazioni ormai memorizzate. Arretra De Roon, che ha detto di non essersi mai allenato così ferocemente ma è diventato così un elemento centrale per l'equilibrio di squadra, arretra. Intanto uno dei difensori esterni si allarga, sale e supera la linea di pressing. Gli avversari sono costretti a scivolare verso la zona della palla e si scoprono di più sul lato debole.

L'Atalanta è una delle squadre che porta il miglior pressing alto in Italia. In base al PPDA, ovvero la media di passaggi concessi per azione difensiva nella metà campo avversaria, è quarta dietro Bologna, Juve e Torino. Ed è anche una delle formazioni che ha più soluzioni per resistere al pressing alto degli avversari. Un esempio efficace arriva dal primo tempo di Manchester, in Champions League, contro il City di Guardiola. La disposizione dei centrocampisti offensivi e degli attaccanti, che si posizionano tra le linee, porta gli avversari ad abbassarsi vista la difficoltà nell'individuare chiaramente chi deve marcare chi. In questo modo si creano più spazi per i due dinamici esterni di centrocampo.

La mappa dei passaggi durante Manchester-City Atalanta conferma il livello di densità nella zona di centro-sinistra
La mappa dei passaggi durante Manchester-City Atalanta conferma il livello di densità nella zona di centro-sinistra

Gomez e Ilicic, i jolly di Gasperini

Il “Papu” è il simbolo dell'evoluzione nerazzurra. Cambiano le forme, non i principi guida. Integro fisicamente, dominatore assoluto della scena, con Gasperini è passato da ala a regista, soprattutto l'anno scorso con una media superiore ai 45 passaggi a partita, a giocatore tuttofare, difficile da collocare e ancora più duro da marcare. Come ha scritto Claudio Savelli su Rivista Undici, “oggi è la variabile tattica, l'uomo dai mille volti, Gasperini può scegliere di volta in volta quale versione del suo capitano mandare in campo”. Copre i tasselli mancanti per far funzionare lo scacchiere con la naturalezza che deriva dall'intuito e dalla consapevolezza. Nel 5-0 contro il Milan, per esempio, occupa posizioni diverse: è un po' playmaker e un po' attaccante esterno, a destra sul suo lato forte. E da qui orienta lo sviluppo dell'azione. Il cambio di gioco per Gosens in occasione del secondo gol è il manifesto di una partita, e di un giocatore, totale.

L'Atalanta, prima anche per expected goals in Serie A, beneficia della fluidità che si crea in attacco grazie a Gomez e all'interpretazione di Ilicic, che ha segnato nove gol e servito tre assist in stagione. Se gioca accanto a Zapata, lo sloveno gioca da seconda punta prevalentemente sul centro-destra.

La mappa di calore dei movimenti di Ilicic nel 2018-19 spiega come lo sloveno sia destinato alla zona di centro-destra dell'attacco
La mappa di calore dei movimenti di Ilicic nel 2018-19 spiega come lo sloveno sia destinato alla zona di centro-destra dell'attacco

In questo modo libera spazio per la prima punta e può anche arretrare fra le linee, così da alleggerire la responsabilità di Gomez. Se Ilicic forma il riferimento alto del triangolo di destra, il “Papu” può inserirsi in appoggio a Zapata o Muriel, oppure simmetricamente andare a chiudere le combinazioni a sinistra. Ilicic si configura come il terzo uomo che crea le condizioni perché i compagni d'attacco possano esprimersi al meglio. Ilicic induce i difensori avversari fuori posizione. Si posiziona tra il centrale e il terzino, nel corridoio di centro-destra, galleggiando sulla trequarti. Se gli avversari giocano a tre dietro, il centrale di sinistra è in inferiorità numerica. Se giocano a quattro, il terzino marca l'esterno di centrocampo, il centrale di sinistra ha due strade: o resta bloccato e gli lascia campo, o si alza liberando spazio alle sue spalle.

Non a caso, Ilicic è il primo giocatore della rosa, tra chi ha almeno cinque presenze, per expected assist ogni novanta minuti (0.35); e il secondo per media di tiri (5.27) e passaggi chiave (2.1).

La presenza di talenti polivalenti nella costruzione del gioco, come Malinovsky o Pasalic, sempre più spesso accoppiato a De Roon chiamato a oscurare le principali fonti del gioco avversario, consente alla squadra di occupare il campo in ampiezza in fase di costruzione e di giocare in verticale negli spazi.

I dieci giocatori con la miglior media tiri a partita dell'Atalanta in questa stagione
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Come si ferma l'Atalanta

In questo modo, però, i nerazzurri accettano il rischio di esporsi un po' di più in difesa. E di rischiare contro formazioni che, nello stesso modo, giocano un calcio verticale, ad alto ritmo, con le mezzali che salgono negli spazi di mezzo. È successo nel secondo tempo contro la Lazio, che ha rimontato da 0-3 a 3-3, o contro il Cagliari, la prima squadra capace di mantenere la porta inviolata contro l'Atalanta. La costante pressione in avanti dei sardi ha costretto i bergamaschi ad abbassarsi, perdendo il controllo della fascia sinistra in fase di costruzione.

La chiusura delle linee di passaggio ha spinto poi i nerazzurri a cercare l'appoggio indietro, e questo ha ulteriormente ridotto l'efficacia della manovra. Controllo del pallone, costruzione fluida, transizioni veloci con linee compatte, pressing alto e costante: l'Atalanta si può fermare solo così. Ma è molto più facile a dirsi che a farsi, contro una squadra che controlla i tempi e modella gli spazi, che gioca ovunque e contro tutti alle sue condizioni. E non smette di segnare, né di stupire.

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