Quanti gol avrebbe fatto oggi Piola? Il bomber di tutti i tempi è ancora lui
Per giorni è stata festeggiata la grandezza di Totti, il quale è ancora lì, sui campi da gioco a segnare e fornire assist fantastici per i compagni. E un nome, accanto a quello del campione romanista, è stato citato sempre in ogni discussione e servizio giornalistico. È il calciatore che ha segnato il maggior numero di gol in serie A, in questo momento a 24 gol in più del Pupone. Non tutti conoscono il suo nome perché giocava negli Anni ’30 e ’40 e forse perché dimentichiamo troppo in fretta chi ha fatto grande il calcio italiano. Si tratta di Silvio Piola, tornato alla ribalta per il ventennale della sua morte (29 settembre scorso).
Ripercorrendo la carriera di Silvio Piola lo si ricorda sempre in campo, forse perché ha giocato nei campionati nazionali dall’età di 16 anni fino a 41, cosa straordinaria adesso ma ancora più incredibile nella prima metà del ‘900. A volerlo in squadra subito furono l’allenatore della Pro Vercelli, l’ungherese József Nagy, e il capitano della squadra, Mario Ardissone. Entrambi videro che per agilità, freddezza e capacità di reggere la pressione di una partita e di una difesa avversaria era pronto e il 16 febbraio 1930 giocò a Bologna, fornendo un assist a Giuseppe Seccatore nel 2-2 finale. Vero segno del destino, ha realizzato la sua prima rete contro la Lazio e fin da giovanissimo non ebbe pietà dello zio, Giuseppe Cavanna, portiere del Napoli, schiantato da una tripletta del nuovo centravanti della Pro Vercelli.
A Vercelli erano nati e avevano giocato i primi campioni del calcio italiano e Piola era il loro degno erede, ma le difficoltà economiche della Pro e la voglia anche del regime (soprattutto su spinta del Generale Vaccaro, uomo forte in quel periodo) di vederlo giocare in una squadra romana fanno sì che passi alla Lazio nel 1934 e nelle prime tre amichevoli, contro Spal, Wiener e Bocskay, segna 11 reti. Con la Lazio realizzò caterve di gol , fece entrare la squadra varie volte nella lotta scudetto ma non riuscì a conquistare nessun titolo, perdendo in finale anche la Coppa dell’Europa Centrale contro il Ferencváros. Si avvicinava la Seconda Guerra Mondiale e la Lazio piano piano si sfaldava, poggiando solo sul suo centravanti che riuscì a salvare la squadra dalla serie B segnando due gol in un derby nel 1941.
Con il blocco dei campionati tornò al Nord e giocò per la Torino FIAT nel campionato d’Alta Italia. La squadra era esagerata, con Piola ancora in forma e i nuovi grandi campioni della generazione successiva, Gabetto, Loik e Mazzola in una sola rosa. Incredibilmente quella squadra perse il campionato ai danni dei Vigili del Fuoco de La Spezia, una delle vittorie più incredibili del calcio italiano. Lasciò i compagni del Torino che inziarono il loro filotto di vittorie e si accasò alla Juve dove continuò a segnare, passando nel 1947 al Novara per fare spazio al nuovo giovane centravanti bianconero, Giampiero Boniperti. L’arrivo a Novara era considerato da tutti come il momento della chiusura di carriera da parte di un Piola considerato ormai finito. E invece con il Novara salì subito in serie A e giocò sei stagioni segnando ancora così tanti gol da essere richiamato di nuovo in Nazionale nel 1952.
Proprio con la Nazionale Piola visse momenti fantastici: esordì il 24 marzo 1935 segnando subito due gol contro l’Austria al Prater. Meritava la convocazione anche prima ma Vittorio Pozzo pensava che, giocando allora nella Lazio, fosse solo una grande “montatura del tifo romano”. Dopo i due gol alla prima però, Pozzo cambiò idea e diede le chiavi dell’attacco a Piola, ben sostenuto dal genio di Meazza e dall’esperienza e vigore di Giovanni Ferrari. In Francia nel 1938 questi tre, coadiuvati dall’ala sinistra Colaussi in grande forma, distrussero tutte le difese avversarie, con Piola che segnò cinque reti, di cui una con la sua classica rovesciata contro la Francia e addirittura due in finale mondiale. Nel 1939 contro l’Inghilterra realizzò il primo (almeno per noi italiani e per importanza della partita) gol con la “mano de dios” contro l’Inghilterra.
Proprio contro l’Inghilterra chiuse la carriera azzurra nel 1952, a 39 anni.
Sia in Nazionale che in serie A la sua media realizzativa per numero di gol fatti è davvero inavvicinabile: in serie A ha segnato 274 gol con una media di 0,51 gol a partita, abbassata solo dagli ultimi anni di carriera nei quali giocava spesso anche da mezzala. Totti è in seconda posizione con 250 gol, ad una media di 0,41 a partita. Ha ancora i record di gol segnati per le squadre di Lazio, Pro Vercelli e Novara, mentre in Nazionale ha segnato 30 gol, 3 in meno di Meazza, superati entrambi dai 35 di Gigi Riva. Se scorriamo i primi venti goleador italiani della serie A, ritroviamo grandi campioni come Francesco Totti, José Altafini, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Giampiero Boniperti e Roberto Boninsegna, tutti calciatori che hanno segnato epoche e hanno dato vittorie alle loro squadre. Ma lassù da 62 anni c’è sempre il più grande centravanti della storia del calcio italiano, Silvio Piola.
Segnò l'ultima sua rete il 7 febbraio 1954, in una gara contro il Milan. Disputò l'ultima gara il 7 marzo 1954, durante un Novara-Atalanta terminato 0-4. Il suo rimpianto più grande da calciatore fu «non aver mai fatto parte di un autentico squadrone: avrei tanto desiderato vincere uno scudetto»