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Quando riprende la Serie A? Tommasi: “Impossibile ad aprile, l’auspicio è fine maggio”

Damiano Tommasi, numero uno dell’Assocalciatori, delinea i tempi di attesa del calcio italiano in relazione all’emergenza Coronavirus: “Impossibile tornare a giocarei l 5 aprile, l’auspicio è di poterlo fare a fine maggio”. Inevitabile la sua presa di posizione su Euro 2020: “La Uefa deve rinviarlo”.
A cura di Redazione Sport
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Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Calciatori Italiana, è tornato ad affrontare il tema del momento nel calcio italiano, fermato dal Coronavirus: quando riprenderà la Serie A? L'ex centrocampista è stato ospite da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa' e non si è nascosto al momento tracciare una possibile data per il ritorno in campo, più lontano di quanto si possa pensare.

"È chiaramente impossibile tornare a giocare il 5 aprile. L'auspicio è tornare a giocare a fine maggio e poi a giugno, ma dobbiamo fare il nostro dovere e stare a casa. La UEFA deve rinviare l'Europeo e aiutare i vari campionati a concludersi"

Il campionato di Serie A, attualmente fermo per effetto di decreto governativo, resta in standby fino al 3 aprile in attesa di nuove disposizioni. In virtù dell'evoluzione dello stato d'emergenza, già nei giorni scorsi era diventata improbabile la prospettiva di tornare in campo ad inizio aprile. L'idea della Federcalcio è quella di concludere la stagione giocando tra maggio e giugno tutte le partite in calendario, con inevitabile rinvio di Euro 2020. Martedì, nel vertice convocato dall'UEFA tra i vertici del calcio europeo, il presidente della FIGC Gravina chiederà ufficialmente lo spostamento degli Europei per consentire alla Serie A, così come agli altri tornei attualmente fermi, di chiudere regolarmente la propria annata.

L'Assocalciatori, intanto, continua a battersi per tutelare la posizione dei calciatori in un momento delicato dal punto di vista della salute.

"Ieri abbiamo denunciato certi comportamenti, ovvero imporre allenamenti che ora sono fuori luogo. A volte sembra che da parte nostra si voglia tutelare solo la salute degli atleti. Ci tengo a ricordare che la prima squadra colpita è stata la Pianese, in Lega Pro, con un massaggiatore in terapia intensiva. E poi c'è la Juventus che ha più di cento persone in quarantena. In questo momento il compito dei calciatori è quello di tutti gli altri cittadini".

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