Quando Messi non è il migliore in campo è sempre il peggiore [come a Liverpool]
In poche, anzi pochissime partite della carriera di Lionel Messi, la sua bravura, il suo talento esagerato e il valore che i compagni di squadra danno al suo inestimabile estro sono diventati addirittura controproducenti. È chiaro che momenti del genere non riguardano partite con l’Alaves o il Siviglia, ma si palesano nelle partite più importanti della carriera del numero 10 argentino, con la maglia della Nazionale ma anche con il Barcellona post-Guardiola.
Messi gioca sempre al centro del campo, sui 40 metri dalla porta avversaria e, rispetto al passato in cui lo faceva molto di più, poche volte svaria in fascia per far prendere quello spazio a qualche altro compagno. Nonostante si sappia dove e come gioca è comunque immarcabile e inarrestabile nella maggiore parte delle partite. Ma non in tutte le partite.
Se andiamo a rivedere come ha giocato contro la Roma lo scorso anno, contro il Liverpool stasera e in molte partite decisive con l’Argentina nel corso degli anni, è abbastanza evidente che quella sensazione di un Messi apatico e fuori dal gioco, si diffonde subito in tutta la squadra, come un virus che infetta tutti in un attimo. Messi in queste partite non è solo fuori dal gioco, ed è già un grosso problema, è fuori dal contesto, come se non reagisse emotivamente al peso di alcune partite oppure questo stesso peso lo sentisse tutte sulle sue spalle, affossandosi da solo.
In questi match Messi non si scrolla dal torpore che piano piano lo assale, tenta qualche giocata, innesca la sua corsa repentina, ma tutti si accorgono che lo fa quasi per scusarsi di quell’apatia, per scacciare via incrostazioni che lo attaccano al terreno e non gli fanno prendere il volo, come gli accade per tutte le altre partite.
Purtroppo è un discorso abusato e stantio, ma il termine di paragone in questo caso deve essere fatto. Può essere fatto anche perché non parliamo di calcio nuovo o calcio vecchio, di velocità, di falli, di marcature, di ritmo. Si parla di personalità e questa è importante e pesa dalla prima partita giocata undici contro undici. Messi è un capitano a cui tutti guardano, ma su cui quello sguardo di speranza pesa in alcune partite determinanti della sua carriera.
Lo sguardo che tutti avevano su Maradona serviva solo ad accendere il Pibe, a dargli la carica ulteriore per infiammare gli altri. Per sintetizzare, possiamo dire che mentre Maradona tante volte ha giocato male, senza mai essere il peggiore in campo, Messi quando non è il migliore in campo, come gli accade quasi sempre, è il peggiore senza ombra di dubbio.
Messi ha ancora tante possibilità davanti a sé, a partire dalla Copa America di questa estate con l’Argentina e non può essere valutato in maniera definitiva adesso. Ma anche se dovrà per forza di cose essere il centro di tutto, bene farebbe a lui e alle sue squadre che in alcune partite si andasse in controtendenza rispetto al suo umore e trovare un uomo a cui guardare quando intorno il mare in tempesta si scatena.