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Quando Aldair venne ‘toccato’ dal guardalinee: 5 Juve-Roma da ricordare

Bianconeri e giallorossi si sfidano questa sera allo JStadium ma nella storia dei confronti ve ne sono alcuni che ancora fanno discutere.
A cura di Jvan Sica
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La partita fra Juventus e Roma non è una sfida qualsiasi. In palio c’è da una parte l’affermazione di uno strapotere che in Italia dura da cinque anni, dall’altra invece un vero e proprio atto di ribellione a questo dominio da parte della squadra più accreditata in questo campionato a sovvertire l’ordine costituito. Juventus-Roma deciderà una buona fetta di scudetto. Nel corso della storia del campionato italiano tante altre volte questa partita giocata a Torino ha voluto significare molto per entrambe le squadre. Le cinque Juventus-Roma più importanti sono una magnifica carrellata nella storia del calcio italiano.

6 marzo 1932, sette sberle ai giallorossi

La prima Juventus-Roma da ricordare è quella del 6 marzo 1932, quando in un campionato tiratissimo il Bologna guidava e la Juve era seconda proprio davanti ai giallorossi. A Torino la Juve non fa sconti, impostando il gioco corale che l’allenatore Carcano predicava da sempre. La difesa bianconera ha i grandi interpreti della Nazionale italiana, Combi in porta e Rosetta terzino, centromediano gioca Monti, il grande Luisito che diventerà campione del mondo due anni dopo proprio a Roma insieme a tanti altri compagni, ma è in attacco che i cinque fantastici attaccanti della Juve fanno sfracelli: Munerati, Cesarini, Vecchina, Ferrari e Orsi distruggono la retroguardia giallorossa ancora in fase di assestamento dopo l’avvicendamento in panchina fra Burgees e l’ungherese Baar.

Il risultato finale sarà di 7-1 per la Juve con doppiette di Ferrari, Vecchina e Orsi e gol di Cesarini. Per la Roma solo quello che diventerà “Maestro” Fulvio Bernardini proverà a metterci una pezza. Dopo quella vittoria la Juve riprenderà un cammino inarrestabile e vincerà il secondo scudetto del suo quinquennio d’oro.

29 marzo 1936, la Roma fa il colpo

Partita totalmente differente fu invece quella del 29 marzo 1936. La Juve viene da cinque scudetti consecutivi ed è a soli due punti di distanza da Bologna e Torino. Arriva la partita con la Roma, in quel momento quarta, e la voglia di vittoria per i bianconeri è palpabile, anche grazie al fatto che tra le mura del “Mussolini” (futuro Comunale) non perde da quattro anni. Al 3’ però un rinvio di Rosetta colpisce in pieno volto Di Benedetti e fa finire il pallone a Cattaneo che realizza. La Juve sbanda e prende un secondo gol in contropiede con Di Benedetti. Gabetto servito da Serantoni sembra riportare la Juve in corsa ma sarà ancora Di Benedetti a chiudere i giochi con l’1-3 finale. La Juve crolla, arriverà quinta a fine stagione e terminerà così la grande striscia vincente degli anni ’30.

10 maggio 1981, lo scandalo del gol di Turone

Facciamo un salto di quasi 50 anni e andiamo al 10 maggio 1981, il giorno del gol di Turone. La Juve è in testa al campionato con 39 punti, la Roma è seconda a 38, il Napoli terzo a 36. Juventus-Roma alla terzultima di campionato deciderà il campionato. Piove molto e il campo è pesante. Senza Bettega e Tardelli, Trapattoni schiera una squadra inedita: gioca Prandelli a centrocampo e nessuno attaccante centrale, bensì tre ali, Causio, Marocchino e Fanna, a creare difficoltà alla difesa giallorossa. La Roma di Liedholm invece gioca a zona ed ha un centrocampo stellare con Falcao, Di Bartolomei, Ancelotti e Conti. A causa della tensione, di avversari che si conoscono benissimo e del nervosismo di cui farà le spese Furino espulso al 62’, la partita scivola via senza grandi emozioni.

Fino a quando, a 18 minuti dal termine, su una palla che Pruzzo rimette al centro di testa, il difensore Turone in tuffo supera Zoff. Sarebbe il gol che dà lo scudetto alla Roma ma l’arbitro Bergamo annulla su segnalazione del guardalinee. La partita termina 0-0 ed è la Juve, vincendo le ultime due partite, a conquistare lo scudetto. Viola parlerà di millimetri che hanno fatto la storia. Boniperti regalerà al presidente giallorosso dieci centimetri d’oro, i centimetri per i quali poi si scoprirà il gol era valido.

15 gennaio 1995, tutta colpa dell'assistente di linea

Passano gli anni e le distanze fra le squadre si dilatano. La Juventus dopo le vittorie dei primi anni ’80 e la crisi successiva, a metà anni ’90 diventa l’unica antagonista vera del Milan berlusconiano, mentre la Roma torna ad essere una squadra di media classifica. Per la sedicesima giornata del campionato 1994-95, il 15 gennaio 1995, si sfidano la Roma di Carlo Mazzone e la Juventus del suo nuovo allenatore, Marcello Lippi. Non fu una partita spettacolare ma divenne famosa ancora una volta grazie (o per colpa) di un guardalinee. Faceva freddo a Torino e Aldair indossava i guanti.

Prese il pallone per battere una rimessa laterale e, urtando il guardalinee alle sue spalle, la palla scivolò, arrivando comoda sui piedi di Ravanelli che superò in pallonetto Cervone per l’1-0. Ancora una volta grandi proteste giallorosse e nervi a fior di pelle. Stavolta la Juve ne approfitta già in partita segnando altri due gol con Ravanelli e Vialli. Quella Juve a fine anno riuscirà a vincere il campionato dopo nove anni di digiuno.

29 settembre 2012, umiliazione per Zeman

L’ultima Juventus-Roma da ricordare è quella del 29 settembre 2012. L’allenatore della Roma era di nuovo Zeman, tornato sulla panchina giallorossa dopo le accuse di doping e la bufera Calciopoli che hanno colpito la squadra juventina. Fu anche per una sorta di rivincita aziendale che la Juventus in quella partita mise in campo tutta la ferocia atletica che Conte andava costruendo in quel momento. Tra l’11’ e il 19’ del primo tempo la Juve segna con Pirlo, Vidal e Matri, colpendo anche due traverse. La partita terminerà 4-1 con gol di Osvaldo per la Roma e Giovinco per la Juve. Sarà quella partita che Conte prenderà a modello come la tempesta perfetta che la sua squadra avrebbe dovuto far abbattere sugli avversari, portando ancora una volta a cinque titoli consecutivi nel campionato italiano.

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