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Quagliarella: “Via da Napoli per accuse assurde su droga, pedofilia e camorra”

Il giocatore del Torino, davanti al pm della Procura di Torre Annunziata, ha spiegato perché fu costretto a lasciare la sua città: “Il presidente mi mandò via per le lettere anonime che mi accusavano falsamente di essere camorrista e pedofilo”.
A cura di Alberto Pucci
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Il 2016 di Quagliarella non poteva cominciare in modo peggiore. Dopo le critiche e le contestazioni arrivate dalla curva del Torino e successive alle sue scuse di Napoli, e il suo inserimento tra i giocatori destinati a lasciare la squadra in questo mese, l'attaccante campano ha dovuto pure incontrare il pubblico ministero Barbara Aprea. Arrivato in Procura a Torre Annunziata, come parte offesa nel processo all'agente della Polizia Postale, Raffaele Piccolo, accusato di essere lo stalker di una decina di personaggi in vista della provincia di Napoli, Fabio Quagliarella ha vuotato il sacco e spiegato le ragioni del suo addio al Napoli: "De Laurentiis mi ha ceduto alla Juventus per le lettere anonime che mi accusavano di festini a suon di droga con la camorra – queste le parole dell'attaccante, riportate dal giornalista Salvatore Piro sul sito lostrillone.tv – Dopo le calunnie spedite in sede a Castelvolturno nel 2010, il presidente mi disse di andare a vivere in albergo per stare più tranquillo. Da quel momento non mi ha mai più telefonato".

La testimonianza  – Visibilmente scosso dagli eventi degli ultimi giorni, Fabio Quagliarella ha poi testimoniato il suo stato d'animo dopo le lettere diffamatorie spedite anche alla Sampdoria, all'Udinese, alla Juventus e a casa di suo padre: "Sono stato malissimo – ha spiegato al pm – Dopo le lettere e gli sms fui costretto a lasciare la mia città. Quando andai alla Juventus, mi arrivò una lettera con scritto che avrebbero picchiato la mia famiglia per il mio addio al Napoli". Nell'interrogatorio durato più di un'ora e mezza, il giocatore del Torino ha raccontato come ha incontrato Raffaele Piccolo "L'ho conosciuto nel 2006 e si era offerto di risolvermi i problemi al telefonino e al mio contatto di Messanger, la cui password era finita in mani sbagliate. In cambio mi ha chiesto autografi, foto e magliette. Dopo le sue richieste, diventate sempre più pressanti, sono iniziate le lettere nelle quali sono stato accusato di essere camorrista, di partecipare a orge e di essere pedofilo. Minacce giunte anche a mio padre e alla mia fidanzata dell'epoca".

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