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Qatargate, lo scandalo si allarga: gas alla Thailandia in cambio di voti

Nuove rivelazioni del Sunday Times: ora anche il paese asiatico rischia l’accusa di voto di scambio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Continua lo scandalo sull'assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar. A pochi giorni dalla rassegna iridata che si terrà in Brasile, il Sunday Times ha fatto nuove rivelazioni sulla vicenda, ed è saltato fuori anche il nome della Thailandia: stando ai documenti pubblicati dal quotidiano britannico, ci sarebbe sembre Mohamed bin Hamman al centro dello scandalo. L'uomo, infatti, avrebbe influenzato la trattativa tra il governo qatariota e la Thailandia per una fornitura di gas a prezzi vantaggiosi, in cambio dell'appoggio del paese del sud-est asiatico alla candidatura araba. Sarebbe stato dunque proprio bin Hamman a fare da tramite con Morawi Makudi, presidente della federcalcio thailandese, che fa dunque la sua comparsa nell'inchiesta. La fornitura di gas, per la precisione, sarebbe stata di ben due milioni di tonnellate, mentre le due società sarebbero la Qatargas e la PTT.

Uno scandalo che adesso rischia di avere delle serie ripercussioni: la Sony, da sempre una delle multinazionali che più sponsorizza i Mondiali, ha chiesto chiarezza. E si prevede che non sarà l'unica. Ora per la Fifa si mette male, perché gli sponsor sono la prima fonte di guadagno per l'organizzazione calcistica mondiale: e se qualcuno dovesse iniziare a tirarsi indietro, sarebbero grossi problemi. Platini, pochi giorni fa, aveva detto che in caso di irregolarità riscontrate, si sarebbe provveduto a riassegnare il Mondiale. E non è detto che alla fine non sarà quello che accadrà davvero.

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