Pugni, testate e colpi di genio. Et voilà, Zizou: signore d’Europa a 45 anni
Miguel Muñoz, Giovanni Trapattoni, Johan Cruyff, Carlo Ancelotti, Frank Rijkaard, Josep Guardiola, Zinédine Zidane. Sono solo questi i grandi del calcio che hanno vinto la Champions League/Coppa dei Campioni da calciatore e allenatore. Una lista davvero esigua, che si assottiglia ancora di più se consideriamo che Cruyff, Rijkaard e Zidane sono gli unici tre a segnare in una finale, risultando decisivi da calciatori per le vittorie delle proprie squadre. Fra questi tre, ad essere in questo momento al centro delle attenzioni mediatiche di tutto il mondo è Zinédine Zidane, che ha compiuto 45 anni, riuscendo a essere contemporaneamente l’allenatore campione di Spagna, bi-campione d’Europa e campione del mondo per club in carica.
Dall'Algeria alla Francia
Quando Smaïl Zidane decide di lasciare la Cabilia (regione dell'Algeria) e il lavoro di pastore per andare in Francia a fare il muratore, forse desiderava proprio questo, far crescere in salute e dare nuove opportunità ai suoi figli, nella speranza che l’essere diversi potesse attenuarsi con la bravura, l’impegno e il talento. E uno dei tre fratelli Zidane, Zinedine, il cui nome completo significa "bellezza della religione", ha un talento davvero speciale per il calcio. Notato dagli osservatori di tutta la Francia viene preso da Jean Varraud, ad inizio anni ’80 al Cannes. Zinedine Zidane entra nel 1987, all'età di quindici anni, nella squadra del Cannes, all'epoca allenata da Guy Lacombe e risiede a Pégomas, dove in suo onore anni dopo gli verrà dedicata una piazza.
Nel '91 il primo gol da professionista
Esordisce in Ligue 1 il 20 maggio 1989 contro il Nantes e segna il suo primo gol da professionista l’8 febbraio 1991, ricevendo in regalo dal presidente del Cannes una nuova auto.Il Cannes, nonostante il quarto posto del 1990-91, è però troppo piccolo per la sua classe così pura e cristallina e Zidane passa al Bordeaux per 3 milioni di franchi. Si integra subito bene grazie a quello che diventerà “Il triangolo di Bordeaux” divenendo grande amico di Christophe Dugarry e Bixente Lizarazu, tutti poi campioni mondiali con la Francia nel 1998.
Il pugno a Desailly
Zizou fino al settembre 1993 era per tutti il grande talento del futuro a cui tutti guardavano con grandi speranze. Fu nella partita contro l’Olympique Marsiglia di quell’anno che tirò fuori la sua anima oscura, che spesso è apparsa frenando una carriera comunque straordinaria. Il primo di questi momenti è un pugno ad un altro futuro campione mondiale, Marcel Desailly, per cui fu squalificato per varie giornate. Nella stagione 1995-1996 il Bordeaux vince la Coppa Intertoto, grazie anche a Zidane che segna 5 gol in 8 partite e ai quarti della Coppa UEFA Zizou viene conosciuto anche dal nostro calcio, durante la sfida dei quarti di finale contro il Milan.
Dugarry e Zizou, dal Bordeaux all'Italia
Dopo la sconfitta a San Siro per 2-0, il Bordeaux rimonta e passa il turno con un 3-0 senza appello. Zidane è semplicemente incantevole, offre due assist per Dugarry e dimostra di aver raggiunto uno status da giocatore internazionale. Dopo averli visti in quella partita, le due italiane all’apice in quel momento si dividono i due campioni del Bordeaux: Dugarry va al Milan e Zidane alla Juventus. Dopo aver giocato un pessimo Euro ’96 però, l’Avvocato Agnelli si lamenta sui giornali di aver speso molti soldi per un calciatore che sembra poco incisivo. Il francese lo smentirà subito, vincendo nella sua prima stagione con i bianconeri Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea e scudetto.
L'amaro nella Coppa, la Champions
In Champions League i bianconeri si fermano solo in finale contro il Borussia Dortmund. Con la Juve Zidane vincerà ancora uno scudetto, una Supercoppa Italiana e il Pallone d’oro del 1998. Dal 1998 al 2000 Zidane è il calciatore più forte al mondo. Basti pensare che con la Francia vince la Coppa del Mondo in casa, segnando due gol in finale, e l’Europeo in Belgio/Olanda nel 2000, battendo un’Italia campione fino ad un minuto dalla fine dei regolamentari.
Cessione d'oro al Real Madrid
Nel 2001, per 150 miliardi di lire, Moggi vende Zidane al Real Madrid e la sua carriera si rilancia. Al primo anno ottiene la vittoria che ha sempre inseguito: vince la Champions League 2001-2002 segnando un gol geniale contro il Bayer Leverkusen: al volo di sinistro all’incrocio dei pali. Un gol di difficoltà assurda che solo uno con quella classe poteva segnare.
Vince ancora molto con un Real stellare, nel quale gioca con Figo, Raul, Ronaldo, Beckham e tanti altri e il 25 aprile 2006 spiazza tutti dicendo che alla fine del Mondiale tedesco si sarebbe ritirato. Tutti noi italiani ricordiamo perfettamente l’ultima partita di Zidane, giocata come sempre da campione, in cui realizza un rigore facendo un cucchiaio a Buffon.
La testata a Materazzi al Mondiale
Ma è proprio nell’ultima partita che ancora una volta l’anima oscura di Zidane esce fuori: viene espulso per una testata gratuita e violenta a Materazzi. In una sola partita, in una finale dei Mondiali, tutto quello che è stato e forse ancora è Zinedine Zidane. L’immagine del numero 10 francese che abbandona il campo in secondo piano rispetto alla Coppa del Mondo che si allontana è l’immagine triste di una carriera finita fra polemiche davvero inutili per la sua bravura.
Ancelotti maestro, oggi è sul tetto d'Europa
Da allenatore parte in sordina, come vice allenatore di Carlo Ancelotti al Real Madrid, mentre prima era stato anche direttore sportivo del club spagnolo insieme a Miguel Pardeza. Il 25 giugno 2014 viene nominato allenatore del Real Madrid Castilla, seconda squadra del Real Madrid, che gioca nella terza divisione del campionato spagnolo. Ma la sua stella emerge in maniera improvvisa, a differenza della gavetta fatta da calciatore. Florentino Perez, che sembra adorarlo e accettare anche Casemiro a centrocampo invece di un’altra grande stella, esonera Rafael Benítez e tocca a Zizou, lanciato senza paracadute nella squadra più importante e mediaticamente assaltata al mondo.
Un vincitore, come Zidane, forse sa trasmettere davvero l’energia della vittoria ai suoi calciatori, tanto è vero che in due anni il Real Madrid da squadra sempre in affanno dietro il Barcellona di Messi, diventa la squadra più forte del panorama contemporaneo, battendo Barcellona in campionato e le altre grandi d’Europa come Bayern Monaco, Atletico Madrid e Juventus in Champions League. Mai nessun allenatore aveva vinto la nuova versione della Champions League per due anni di seguito. Il 45enne Zidane ci è riuscito e non è ancora finita qui.