Procedimento Fifa contro l’Argentina per lo striscione sulle Falkland

Le scoppole e le pallottole prese dalla Nazione dei generali sulle rive delle Falkland (per i seguaci inglesi di sua maestà) o Malvinas (per i revanscisti sudamericani) rischiano di mettere nei guai, ancora una volta, l'Argentina. La Fifa ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti dell'Afa (la Federcalcio albiceleste) per lo striscione che alcuni calciatori della Seleccion di Sabella esposero lo scorso 7 giugno, a La Plata, dopo aver giocato una partita amichevole contro la Slovenia (uno degli ultimi test prima del Mondiale in Brasile). Cosa c'era scritto sullo striscione incriminato? ‘Le Malvinas sono argentine' con chiaro riferimento alla diatriba (che sfociò in guerra) sulle isole Falkland con la Gran Bretagna. Arcipelago che è sotto l'egida dell'Inghilterra dal 1833 e che oltre 30 anni fa l'Argentina (spinta dalla smania nazionalista della Giunta militare allora al potere) avrebbe voluto (ri)conquistare scatenando un conflitto bellico (2 aprile 1982) sulla questione della sovranità territoriale.
Lo striscione viola gli articoli 60 e 52 della Fifa
Secondo la Fifa, lo striscione esposto da alcuni calciatori dell'Argentina viola gli articoli 60 del regolamento della Federazione internazionale. La norma in questione è relativa alla ‘prevenzione di comportamenti provocatori e aggressivi', mentre l'articolo 52 del Codice disciplinare è atto a censurare il ‘comportamento scorretto di una squadra'.
Il referendum sulla sovranità territoriale delle Falkland
Le isole Falkland restano sotto il controllo dell'Inghilterra: è questo l'esito del referendum che si svolse a marzo del 2013 e venne rivolto alla popolazione dell'arcipelago. La consultazione ebbe esito bulgaro: il 98.8 per cento degli elettori (con un'affluenza alle urne del 92 per cento) rispose ‘sì' alla domanda se le isole, a 400 km dalle coste argentine (e che il governo di Buenos Aires chiama Malvinas), dovevano essere considerate territorio britannico.