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Premier, si pensa ad un turno da giocare all’estero

L’esperimento può partire nel giro di tre anni, ma ci sono molte perplessità.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La Premier League si prepara ad "espatriare", almeno per un turno. Continua a crescere, infatti, l'idea in seno alla Federazione calcistica d'Oltremanica di portare un turno del torneo casalingo in un'altra nazione. L'idea è semplice ed allo stesso tempo rivoluzionaria e complessa: portare un turno di Premier League all'estero potrebbe significare "aprire" nuove frontiere negli introiti di club e federazione. Basta pensare alla semplice Supercoppa Italiana; ufficialmente, la regola è chiara: chi vince il campionato ospita in casa la vincitrice della Coppa Italia (o la finalista, se le due squadre coincidono) per l'assegnazione del titolo. Tutto semplice, forse anche troppo: tanto che pian piano la Supercoppa è stata ospitata già per sei volte all'estero (due volte negli Stati Uniti, una in Libia, tre in Cina) e che quest'anno farà il suo esordio a Doha, in Medio Oriente. Gli introiti del club non lasciano scampo ad ideologie: c'è il vil (ma pur sempre necessario) denaro dietro questa scelta. Le squadre avranno tutte le spese pagate dagli organizzatori, oltre a compensi in denaro (2,5 milioni di euro), e così via.

Tutti contenti, insomma. O forse no. A parte i tifosi (che ormai sembrano essere l'ultima ruota del carro sebbene, senza di loro, crollerebbe tutto il sistema), i problemi possono essere anche logistici: spostare le gare di Premier in un'altra nazione comporta costi in termini di spostamenti, pernottamenti, e via dicendo. E non è detto che i paesi che accoglieranno le squadre possano sobbarcarsi l'intero costo. Senza contare fuso orario, differenze climatiche e, perché no, pericoli per l'incolumità stessa di calciatori e spettatori: insomma, ci sarà da lavorare bene. Si parla di un minimo di tre anni per preparare il turno "fuori nazione". Il tempo per organizzarlo a dovere, c'è. E chissà che dopo l'esempio inglese, altri paesi non seguano questo esempio.

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