Premier League, si cambia: né sponsor, né leone nello stemma

Non ci sarà più il ‘title sponsor' e cambierà anche il logo della Premier League. Dalla prossima stagione, complice la conclusione della partnership commerciale con Barclays, il campionato inglese avrà uno stemma nuovo, graficamente diverso, senza il leone coronato che tiene un pallone sotto la zampa. Il vecchio brand che richiamava il blasone cucito sulle maglie della nazionale andrà in soffitta, come si fa con le cose che passano di moda ma è peccato buttare e così finiscono stipate nel baule dei ricordi. I tempi sembrano anche abbastanza brevi: bandita la gara d'appalto, scelta l'agenzia che si occuperà dell'opera di maquillage, verrà presentata la bozza del simbolo che identificherà il torneo d'Oltremanica. Muta la forma, nome (Premier League) e sostanza restano le stesse.
Quanto agli introiti, il campionato inglese resta leader rispetto agli altri tornei europei. La Premier League è da sempre uno dei campionati maggiormente appetibile a livello internazionale nel settore dei diritti tv. La tradizione delle squadre d'Oltremanica, gli asset patrimoniali, gli stadi moderni e all'avanguardia, il fascino di un calcio che si sublima nella FA Cup, hanno fatto sì che venissero conquistate altri spazi di mercato e partnership commerciali fino a toccare quota 5.5 miliardi di euro per la cessione dei diritti in chiaro che Sky s'è assicurata nel triennio compreso tra il 2016 e il 2019.
Un esempio di quanto il marchio della Premier possa essere redditizio? Nella stagione 2013/2014, calcolando soltanto le entrate derivanti dai diritti televisivi, le squadre della Premier League hanno messo a bilancio ben 171 milioni in più rispetto agli incassi dei club della Liga e 405 milioni in più delle 20 squadre di serie A. I ricavi sono stati pari a 3.9 miliardi di euro con un utile di 260 milioni.