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Premier, le big six contro le piccole per i diritti tv all’estero: in ballo 3 miliardi

Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Liverpool reclamano maggiori introiti con la nuova proposta che prevede che il 35% delle risorse televisive venga ripartito a seconda del piazzamento in campionato.
A cura di Marco Beltrami
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La Premier League è divisa. Alla base della frattura tra quelle che sono considerate le "big six", ovvero le "grandi d'Inghilterra", e le altre squadre del massimo campionato d'oltremanica, c'è la questione relativa ai diritti televisivi all'estero. Oggetto delle discussioni di un primo incontro tra le parti, risoltosi con un nulla di fatto, è la suddivisione degli stessi diritti: Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Liverpool vogliono un margine di guadagno più alto rispetto alle altre società che spingono invece per la conferma della ripartizione dei proventi tv in parti uguali.

Diritti tv all'estero, le 6 big della Premier contro le piccole

Le società della Premier League si sono incontrate per trattare la ripartizione dei diritti televisivi all'estero. Gli introiti provenienti da oltremare sono in netto aumento rispetto alle scorse stagioni, anche se i diritti nazionali sono ancora la maggior fonte di reddito per i club. D'altronde il calcio europeo, e inglese, ha sempre maggiore appeal negli Stati Uniti e in Cina ed ecco allora che i diritti tv all'estero fanno gola e non poco.

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Le cifre in ballo e la richiesta dei top club della Premier

Nell’ultima stagione, come evidenziato dal DailyMail le squadre si sono divise complessivamente 780 milioni di sterline (ovvero 879 milioni di euro), pari a circa 39 milioni di sterline ciascuna. Secondo il piano attuale infatti  tutte le squadre ricevono la stessa somma con i proventi divisi in parti uguali. Sul piatto c'è quello che resta  dei 3 miliardi di sterline per il triennio 2016/2019. Le big, ovvero Manchester City, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Tottenham e Liverpool reclamano però maggiori introiti con la nuova proposta che prevede che il 35% delle risorse televisive venga ripartito a seconda del piazzamento in campionato. Il motivo? Sarebbero le partite di queste squadre a giudizio dei loro rappresentanti a trainare il mercato all'estero. Considerata la scorsa stagione, il Sunderland, ultima in classifica, avrebbe guadagnato 25 milioni invece di 39

La fumata nera per i diritti tv all'estero

L'incontro alla presenza del presidente della Premier League Richard Scudamore si è concluso con un nulla di fatto. Perché oltre alle 6 big, si sono schierate a favore della nuova proposta che ha in Chelsea e United i club principali promotori, anche Everton, Leicester e West Ham. Troppo poco per ora, visto che per far sì che il nuovo piano venga approvato ci vorrà il sì di 14 società complessivamente

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