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Premier, il dramma di Ryan Mason: 14 placche sul volto dopo uno scontro di gioco

La drammatica storia del centrocampista di Tottenham e Hull City, vittima di un terribile scontro di gioco in cui ha peso parte dell’uso dei nervi facciali. Dopo una serie di interventi, l’unica possibilità per mantenere la propria incolumità è stato il ritiro dal calcio: “Parte del mio viso è completamente rovinato”
A cura di Alessio Pediglieri
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L'addio è arrivato senza saperlo, a Stamford Bridge, il 22 gennaio 2017, quando  il centrocampista di Tottenham e Hull City, classe 1991, Ryan Mason, ha giocato la sua ultima partita ufficiale di pallone. Complice un fortissimo scontro di gioco con l'avversario di turno, Gary Cahill nell'eterna sfida al Chelsea, in cui Ryan ha subito un violento trauma facciale che lo ha costretto prima al ricovero, poi all'operazione, quindi al ritiro.

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La decisione non è arrivata subito, ma dopo 13 mesi, dopo una lunghissima riabilitazione e l'esito medico conclusivo che gli ha ‘suggerito' il ritiro dal professionismo per salvaguardare la propria integrità fisica. Sul volto, Mason porta ancora i segni dell'impatto ma soprattutto sotto la pelle, con 13 placche che gli permettono di aver ripreso la propria fisionomia facciale.

La speranza via social. All'indomani dell'infortunio e del ricovero con conseguente intervento chirurgico,  la speranza era ancora intatta così come la voglia di giocare e tornare sul terreno rettangolare. Tanto da scrivere sui social tutte le proprie buone intenzioni a chi lo stava aspettando: "È difficile spiegare a parole l’ultimo anno che ho vissuto – aveva scritto il centrocampista in un tweet sul suo profilo – è stata una sfida fisica e mentale che sono orgoglioso di aver superato e aver concluso il 2017 tenendo mio figlio neonato in braccio è una sensazione speciale. Tornerò presto".

Le placche in faccia. Poi, però l'amaro e inconfutabile verdetto che lo ha obbligato al prematuro ritiro dal calcio: "Ho quattordici placche di metallo nel cranio con ventotto viti per tenerle al loro posto. Avevo 45 punti e una grossa cicatrice che mi attraversava la testa. Togliere i punti non è stato assolutamente piacevole: tutti i nervi da un lato del mio volto sono oramai irrimediabilmente rovinati"

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