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Prandelli saluta il Genoa: “Non ho avallato la cessione di Piatek”

Cesare Prandelli ha salutato il Genoa dopo mesi tempestosi e una salvezza raggiunta solo all’ultima giornata: “La Divina Provvidenza ci ha assistito all’ultima. Ma questo è un grande club!”. Sulla partenza di Piatek a gennaio ha dichiarato: “Non ho avallato la cessione, da un punto di vista tecnico non l’avrei fatta”.
A cura di Vito Lamorte
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Me ne vado senza rimpianti e non mi sono mai pentito di aver accettato questa sfida che è stata molto difficile. Ma questa è una piazza straordinaria. Futuro? Dal futuro in questo momento non voglio nulla. Voglio ritrovare un pò di serenità e vedere il calcio in maniera più distaccata. Alla fine ci prendiamo troppo sul serio, alla fine è solo un gioco. Le cose serie sono altre.

Cesare Prandelli saluta il Genoa. Si è consumato nella giornata di oggi il divorzio consensuale tra il tecnico di Orzinuovi e il club del Grifone dopo un girone di ritorno da brividi che per poco non culminava con la retrocessione della società ligure. L'ex commissario tecnico con la conquista della salvezza si era guadagnato il rinnovo automatico per la prossima stagione ma non rientrava più nei piani societari e sarà sostituito da Aurelio Andreazzoli.

Prandelli parla di Piatek: Non ho avallato la cessione

L’ormai ex tecnico del Genoa ha tenuto una conferenza stampa a chiusura dell'esperienza rossoblù per chiarire diverse situazioni dal suo punto e ha detto la sua su una questione che ha fatto discutere i tifosi, ovvero la cessione di Piatek al Milan nel mercato di gennaio. In quel momento della stagione l’attaccante polacco era capocannoniere della Serie A e Prandelli ha affermato senza esitazioni: "Non ho avallato la cessione, da un punto di vista tecnico non l’avrei fatta ma quando ci sono esigenze di bilancio l’allenatore deve fare un passo indietro".

Il bilancio di Prandelli: Vero rimpianto è di natura tattica

Infine l'ex commissario tecnico della Nazionale Italiana ha tracciato un bilancio generale sulla sua esperienza a Genova:

L’unico vero rimpianto è di natura tattica. Abbiamo fatto fatica a giocare costruendo da dietro perché c’era qualche rifiuto, ma era una squadra nata con un concetto diverso in estate. Purtroppo quando abbiamo avuto una striscia di partite utili consecutive a qualcuno il modulo non andava bene. Le squadre vanno costruite in estate e mi sarebbe piaciuto lavorare dall’inizio. Diciamo che nel calcio basta un episodio. L'episodio forse più importante è stato il rigore con la Roma al 90′ (sbagliato da Sanabria, ndr) e se avessimo segnato ci saremmo salvati a tre dalla fine e avremmo scritto un'altra storia. Portiamoci a casa questa salvezza però, ma nell'ultima partita c'è stata la mano della Divina Provvidenza del calcio.

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