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Portogallo, ginocchiata in faccia all’arbitro: il club lo squalifica a vita

E’ accaduto nelle serie minori portoghesi a seguito di una rissa scoppiata in campo: Marco Goncalves, attaccante della squadra Canelas 2010 ha perso la testa colpendo il direttore di gara. Immediata e durissima la replica del club: espulso a vita.
A cura di Alessio Pediglieri
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Passino le proteste, anche veementi, di quelle che se accadono in campo rimedi un cartellino giallo o anche un rosso nei casi più estremi. Parole grosse, promesse di vendetta, insulti. Nel momento del furore agonistico si può capire che possa accadere anche se non lo si deve mai condividere né giustificare. Ma sono scene che si ripetono quasi ogni domenica, in ogni campionato, un po' ovunque nel mondo del pallone. Ma ciò che è accaduto in Portogallo ha dell'inaudito e ha superato di gran lunga qualsiasi soglia di liceità.

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Ginocchiata all'arbitro – La deprecabile scena è andata in onda durante una partita delle serie minori del campionato lusitano, con Marco Goncalves, attaccante della squadra Canelas 2010, che su è reso triste protagonista di un assalto all'arbitro, colpendolo con una ginocchiata in pieno volto. Il tutto durante una rissa scoppiata tra i giocatori che è finita nel peggiore dei modi. La polizia è anche intervenuta sul terreno di gioco per sedare il violento parapiglia con la partita che è stata sospesa per diversi minuti mentre i giocatori venivano stati scortati fuori dal campo.

Radiazione a vita – "Non ricordo di averlo colpito", ha poi dichiarato il giocatore nelle interviste del dopo partita. Un gesto assurdo che è costato carissimo a Goncalves: l'attaccante infatti è stato squalificato a vita dal proprio club, che si è immediatamente dissociato dal deprecabile atto violento. Tutto è iniziato quando Goncalves si è scontrato con un difensore, colpendolo e mandandolo a terra: è a quel punto ch l'arbitro è subito intervenuto mostrando il cartellino rosso all'attaccante, che ha poi perso la testa e ha centrato il direttore di gara con una ginocchiata in pieno viso: "Lui mi spingeva, se mi dici che era una ginocchiata può essere, in tal caso mi scuso con l'arbitro e con la sua famiglia".

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