Poche spese, valorizzano i talenti: la Top 10 dei tecnici ‘economici’ d’Europa
Talvolta sono la “rovina” delle casse delle società di cui sono allenatori altre volte, invece, sono dei veri e propri Re Mida che, con la loro incredibile capacità di valorizzare i calciatori in rosa, fanno le fortune dei propri presidenti. Parliamo dei manager top 10 in Europa che, nelle ultime 5 stagioni (dal 2012/13 al 2016/17), hanno fatto incassare di più ai propri club di appartenenza.
Simeone il mago delle cessioni, solo terzo Mourinho
Alla guida dell’Atletico Madrid da dicembre del 2011 ad oggi, in casa dei colchoneros, sembrano trascorse diverse ere geologiche. Dalla sconfitta in Coppa del re contro l’Albacete che portò all’esonero di Manzano e all’arrivo del Cholo, infatti, l’Atletico non ha solo vinto 4 titoli (Liga, Coppa del Re, Supercoppa Spagnola ed Europa League) facendo letteralmente godere tanti suoi tifosi ma ha anche incassato ben 368,7 milioni di euro con le sue 30 cessioni. Un pozzo di danaro (peraltro investito per altri 36 giocatori) in 5 stagioni che ha imposto a tutto il continente calcistico un modello di football vincente e, allo stesso tempo, sostenibile.
In seconda posizione Max Allegri che ha portato nei forzieri di Milan e Juventus ben 366,2 milioni per merito di cessioni eccellenti quali quella di Pogba allo United (105 milioni), Thiago Silva al PSG (42 milioni) o quella di Vidal e Morata rispettivamente a Bayern Monaco e Real Madrid. In terza posizione, in questa particolare graduatoria, lo Special One che non t’aspetti di vedere, specie fra i tecnici più redditizi per le proprie società. Mourinho però, con 3 squadre e 39 cessioni ha fatto percepire a Real Madrid, Chelsea e Manchester United 324 milioni di euro, con addii però, forse, a posteriori, troppo pesanti come quello di De Bruyne, Lukaku, Schurrle o Filipe Luis che, ora, sono fra i calciatori più forti nel panorama internazionale.
Al quarto posto invece, il vero mago delle plusavlenze: Jorge Jesus. Il tecnico portoghese di Benfica e Sporting Lisbona è stato uno di quelli che ha sì reinvestito dopo le tante cessioni effettuate ma sborsando molto di meno rispetto a quanto incassato: 319 milioni incamerati a fronte di “solo” 161 spesi. In quinta posizione Leonardo Jardim del Monaco con 302 milioni di euro ed una media di entrate per giocatori di 12 milioni grazie alle partenze del trio d'oro James Rodriguez, Martial e Kondogbia (156 milioni solo per loro).
Lucescu e Koeman, gli strateghi del mercato
Nel novero degli allenatori in grado di ricavare molti soldi dalle cessioni dei propri giocatori entra, nella top 10 in sesta posizione, Rudi Garcia neo tecnico del Marsiglia e che, alla guida di Lille e Roma, ha fatto registrare incassi da cessioni (Hazard, Lamela, Romagnoli) sui 290 milioni di euro con una media di 8,8 milioni a trasferimento.
A seguire il volpone Lucescu che negli ultimi 5 anni è stato il tecnico (con ampi margini di manovra sul mercato) con Shakhtar e Zenit, a ricavare di più (287 milioni di euro) con sole 13 cessioni Hulk, Alex Teixeira o Fernandinho (145 milioni in tre) con una media di entrate per giocatore sui 22 milioni. Ottavo Ancelotti a quota 282 milioni con le partenze record di Di Maria, Ozil e il rimpianto Higuain, per cui il tecnico emiliano riuscì a scucire dal Napoli “solo” 39 milioni. In penultima posizione lo spagnolo Emery che, ora, ha invertito il suo ruolo da manager, da venditore dei suoi prezzi pregiati a acquirente dei migliori top player in circolazione.
Ciò nonostante, nella sua veste di “fornitore” dei club europei col suo Siviglia dei miracoli ha ricavato 273 milioni di euro. A chiudere la graduatoria “Rambo” Koeman che, a dispetto della forza bruta del suo soprannome, è diventato un fine stratega, uno di quelli in grado di cedere con Feyenoord e Southampton 14 calciatori (Stones, Shaw, Schneiderlin o Lallana) a prezzi elevati che hanno consentito ai suoi presidenti di ricevere, complessivamente, la cifra monstre di 243 milioni di euro.