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Plusvalenze, Crotone chiede al Coni lo stop dei campionati di Serie A e Serie B

La comunicazione formale inviata dai legali della società calabrese per ottenere un rinvio in attesa dell’esito del nuovo procedimento nei confronti del Chievo sul caso delle plusvalenze fittizie. Il Crotone ha anche chiesto alla FIGC la deroga alla clausola compromissoria per fare valere le sue ragioni di fronte alla giustizia amministrativa.
A cura di Vito Lamorte
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Il Crotone non ci sta e chiede la sospensione dell'avvio dei campionati di calcio di serie A e serie B: la squadra calabrese ha chiesto al Coni, attraverso una comunicazione inviata dai legali della società Giancarlo Pittelli ed Elio Manica, di sospendere l'avvio del massimo torneo italiano e di quello cadetto in attesa dell'esito del nuovo procedimento nei confronti del Chievo Verona sulla "vicenda plusvalenze". La squadra del patron Vrenna è particolarmente interessata nella vicenda dei clivensi perché un'eventuale penalizzazione del club di Campedelli gli consentirebbe di essere riammesso in Serie A. Il Crotone ha anche chiesto alla FIGC la deroga alla clausola compromissoria per fare valere le sue ragioni di fronte alla giustizia amministrativa.

Il comunicato del Crotone dopo la sentenza del TFN

Subito dopo la sentenza del Tribunale federale nazionale che ha decretato l'improcedibilità, "per un vizio di forma", nel processo contro il Chievo, il Crotone aveva fatto sapere in una nota che "pur rispettando la decisione il presidente Vrenna intende continuare a far valere i propri diritti in ogni sede". Il comunicato pubblicato sul sito ufficiale della squadra subito aveva già fatto capire i toni e come si sarebbe mossa la società dopo quella che ritengono una sentenza ingiusta:

Il Football Club Crotone prende atto della sentenza pronunciata questa mattina dal tribunale federale nazionale della FIGC. Pur rispettando la decisione, il presidente Gianni Vrenna intende continuare a far valere i propri diritti in ogni sede ed è per questo attento ma fiducioso nell’operato della Procura, auspicando l’immediata istruzione di un nuovo procedimento. Appare infatti paradossale che l’epilogo, anche alla luce della condanna nei confronti dell’altra società imputata, possa non essere quello sperato.

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