video suggerito
video suggerito

Pippo Inzaghi, allenatore e idolo del ‘Milan ai milanisti’

Da bomber micidiale (288 gol in carriera) a tecnico delle giovanili. Dopo undici anni da calciatore e la vittoria del ‘Viareggio’ con la Primavera rossonera toccherà a Inzaghi cominciare la rifondazione.
A cura di Alberto Pucci
35 CONDIVISIONI
Immagine

Pippo Inzaghi ha quasi realizzato il suo sogno, allenerà il Milan. Quasi perché si attende solo l'ufficialità da parte della società ma è già tutto deciso. Lo era già dopo la pesante sconfitta incassata dai rossoneri col Sassuolo: il 4-1 spazzò via ogni possibilità che Allegri restasse sulla panchina. Complice la serata da urlo di Berardi e l'ennesima prestazione inguardabile della squadra milanista, Silvio e Barbara Berlusconi decisero, nella notte, la svolta affidando Balotelli e compagni all'esperienza e al carattere di Clarence Seedorf, tenendo l'ex attaccante al riparo da una seconda parte di stagione che lo avrebbe bruciato. Per lui, che ha sotto pelle la maglia rossonera, è il coronamento di un sogno e di una carriera (quella di allenatore) appena cominciata con le giovanili. Per il presidente, per la giovane figlia e, soprattutto per Adriano Galliani (che ha sempre coccolato Pippo come un figlio), la possibilità di riprendere il vecchio "adagio" del club più titolato al mondo che, da sempre, recita: "Il Milan in mano ai milanisti".

L'arrivo a Milano – Filippo Inzaghi trasloca nel capoluogo lombardo nell'estate del 2001, per la "modica" cifra di 40 miliardi delle vecchie lire più Cristian Zenoni, diventando uno degli acquisti più cari della gestione Berlusconi. Dopo aver segnato con Atalanta, Parma e Juventus, l'attaccante piacentino si trasferisce al Milan. L'approdo dell'ex juventino spacca l'opinione pubblica e fa storcere il naso ai puristi del tifo milanista, non contenti di avere in squadra il "tarantolato" giocatore bianconero che, fino a qualche settimana prima,  faceva fessi i guardalinee ballando sulla linea del fuorigioco, conquistava rigori con furbizia ed esultava in maniera "smodata" per la vecchia signora. Dubbi che vennero spazzati via al primo gol di "Super Pippo" (contro la Fiorentina nell'esordio casalingo in campionato) e dopo i primi successi, e relativi trofei, ai quali Inzaghi contribuisce con le sue fondamentali reti. Milano gli entra nel cuore e, dopo poco tempo, diventa ben presto l'idolo della Curva Sud, e non solo per i gol. Con i tifosi instaura un rapporto speciale, quasi "intimo". Le sue gioie personali (specialmente i due gol della finale di Champions di Atene), Pippo le condivide "in primis" proprio con loro, scattando sotto la curva ogni qualvolta mette dentro il pallone. Dopo 11 stagioni con il diavolo, impreziosite da 126 gol in 300 presenze (288 reti in 623 match giocati in carriera), Pippo lascia e comincia a "coltivare" il suo sogno: da bomber micidiale (nel 1996/1997 fu anche capocannoniere della A con 24 reti) diventare allenatore.

Mister Pippo – Appese le scarpe al chiodo, Inzaghi rimane comunque a Milanello. Il club rossonero gli affida subito la gestione della squadra "Allievi Nazionali". Pippo sgobba, suda, corre dietro ai ragazzi, insegna e tramanda loro lo spirito vincente del Milan e, soprattutto, studia per diventare allenatore. Coverciano diventa ben presto la sua seconda casa, dopo l'oasi verde del centro sportivo milanista. Con i ragazzi rossoneri, Inzaghi raggiunge la "Final Eight" di categoria ed ha il merito di riportare entusiasmo (e attenzione mediatica) sulla "cantera" del diavolo: vivaio da sempre molto importante per la prima squadra e un po' sottovalutato in questi ultimi anni. L'ottimo lavoro, e le credenziali maturate, portano il Milan a prolungargli il contratto. Mister Inzaghi comincia l'avventura con la squadra "Primavera" (con la quale vincerà il torneo di Viareggio) diventando, di fatto, un cliente scomodo per Massimiliano Allegri con il quale ha un battibecco "vivace" nel settembre 2012, davanti a giocatori, tifosi e qualche cronista. Ambiva ad allenare il Milan, avrà il Milan.

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views