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Piccola Italia ma basta per battere l’Armenia. Euro 2020 è più vicino

L’Italia gioca tutto il secondo tempo in superiorità numerica. Ma soffre e rischia troppo prima di chiudere il match. Deludono Chiesa e Bernardeschi, troppo leziosi. Emerson gioca da ala aggiunta: dalla sua fascia gli azzurri creano le occasioni migliori, ma faticano a coprire gli spazi nelle transizioni. Barella si muove tanto, ma fatica.
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Mai prima d'ora l'Italia aveva vinto le prime cinque partite di una campagna di qualificazione per gli Europei. La prima volta si completa a Yerevan, dove gli azzurri replicano il 3-1 dell'unico precedente. Ma a parte il risultato, c'è davvero poco da festeggiare. L'Italia soffre nel primo quarto d'ora e rischia anche nel secondo tempo con l'Armenia in dieci ma generosa negli allunghi palla al piede in contropiede. Chiesa e Bernardeschi tengono troppo palla ma non danno la svolta al possesso azzurro, Barella galleggia senza dare equilibrio a centrocampo e l'Italia si scopre presto slegata tra le linee. In Finlandia, senza Verratti squalificato, servirà una prestazione decisamente diversa.

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L'Italia soffre a centrocampo in avvio

Chiesa ha cominciato a destra, con Bernardeschi a sinistra a occupare i corridoi di mezzo. Si muove quasi da trequartista in fase di possesso anche perché su quel lato Emerson si mantiene alto e in posizione molto aperta per garantire l'ampiezza.

I due play azzurri dettano i tempi dello sviluppo della manovra, ma il 4-3-3 azzurro si scopre sorpreso tra le linee quando l'Armenia ribalta velocemente l'azione in verticale. I quattro uomini offensivi si muovono rapidamente negli spazi, Florenzi si trova in un paio di situazioni scoperto contro Ghazaryan nelle situazioni in cui Chiesa non ripiega presto ad accorciare in fase di non possesso.

Manca un po' Barella, aggredito dalla seconda linea di pressing dell'Armenia che aggredisce il portatore di palla e rende complessa la circolazione di palla dell'Italia, costretta a soluzioni affrettate o ad allungare i passaggi.

La particolare copertura del campo garantita dai tre centrocampisti azzurri. Mancini gioca con Jorginho play, Verratti di fatto mezzala e Barella che svuota il centro e copre sulle due fasce
La particolare copertura del campo garantita dai tre centrocampisti azzurri. Mancini gioca con Jorginho play, Verratti di fatto mezzala e Barella che svuota il centro e copre sulle due fasce

Emerson agisce da ala aggiunta: la fascia sinistra cruciale

In questo modo, è più facile che le lente verticalizzazioni azzurre vengano intercettate. Proprio su un passaggio orizzontale per un Barella non troppo reattivo, parte la fuga di Barseghian che scatta per 40 metri palla al piede sul centro destra. Chiellini, puntato e a quel punto costretto a temporeggiare dovendo tentare di chiudere su Karapetyan, rimane fuori tempo sulla linea di passaggio. L'Italia, che non perde nelle qualificazioni per gli Europei nel 2006, crea le situazioni più pericolose attraverso i cambi di gioco da sinistra, con i cross di Emerson e il buon lavoro di Belotti a proteggere palla e favorire la transizione verso la fascia destra.

Così, da lì, l'Italia pareggia. Emerson rientra e crossa verso il secondo palo, Belotti in contromovimento si sgancia dalla marcatura con un decisivo passo indietro e segna con un tocco da pochi metri, senza marcatura perché il terzino va a chiudere sul taglio di Barella.

Emerson gioca molto più alto di Florenzi nel primo tempo
Emerson gioca molto più alto di Florenzi nel primo tempo

La posizione del terzino ex Roma crea qualche squilibrio per l'Italia nelle transizioni negative, con un Barella non ancora abbastanza brillante da interpretare il ruolo di mezzala box to box coinvolta nelle due fasi. Comprensibile e condivisibile, a questo punto, la richiesta di Mancini a Romagnoli di alzare la linea difensiva in modo da ridurre i gradi di libertà dei tre centrocampisti offensivi dell'Armenia, da costringerli a ricevere e liberarsi del pallone in spazi più stretti.

Aumenta il fraseggio azzurro, l'Armenia resta in 10

Bernardeschi e Chiesa si scambiano, si invertono, tratteggiano variabili geometrie scalene che facilitano il fraseggio più stretto fra le linee. Significativo il destro a giro dell'esterno della Juve che scheggia l'incrocio dei pali sull'1-1. Appena l'Armenia perde dinamismo nella spinta energica, la non nascondibile differenza tecnica viene fuori. L'Italia abbassa il ritmo e alza il possesso palla, i padroni di casa arretrano la linea di pressing e spesso lasciano solo Karapetyan oltre la linea di centrocampo in fase di avvio dell'azione dell'Italia.

I giocatori che hanno effettuato più passaggi
I giocatori che hanno effettuato più passaggi

Dopo il gol annullato a Belotti, giusto fuorigioco su filtrante alto da dietro di Jorginho, l'Armenia resta in dieci per doppio giallo a Karapetyan, anche se la seconda ammonizione appare un po'severa. E' clamoroso invece l'errore dal limite dell'area piccola di Belotti che "liscia" senza marcatori. Però è una traccia importante per l'Italia, per lo sviluppo dell'azione: lancio di Jorginho verso l'area, appena dentro il lato corto destro, Chiesa tocca dentro di prima dove l'attaccante dell'Inter detta la profondità. Uno schema che può spezzare la difesa di una squadra ulteriormente costretta a coprirsi nella ripresa vista l'inferiorità numerica.

I continui cambi di posizione nel primo tempo tra Bernardeschi e Chiesa
I continui cambi di posizione nel primo tempo tra Bernardeschi e Chiesa

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Nel secondo tempo, l'Armenia difende con cinque o addirittura sei uomini. Costanti i ripiegamenti di Barseghyan, con l'obiettivo di chiudere gli spazi sulla fascia sinistra dell'attacco azzurro. Ma Chiesa e Bernardeschi non sembrano rispettare le indicazioni tattiche, finalizzate alla creazione di superiorità numerica tra le linee negli spazi di mezzo. L'Armenia azzarda anche una trama offensiva di alleggerimento, chiaramente con Mkitaryan al centro delle rare avanzate dei padroni di casa. Il nuovo colpo della Roma tiene palla, , fa salire la squadra che gioca di fatto con lui, per lui, attraverso di lui. E proprio Mkhitaryan quasi rischia di riportare avanti l'Armenia dopo la fuga da centometrista di Hovhannisyan che brucia Florenzi a sinistra.

L'Italia, però, nonostante l'uomo in più vive più di improvvisi afflati, sembra non riuscire a giocare con la fluidità che la superiorità tecnica e numerica dovrebbe consentire. Imprecisa, lenta nelle coperture preventive, l'Italia si lascia trascinare nel tipo di partita che vuole l'Armenia. Mancini toglie Chiesa per Pellegrini, più una mezzala che un'ala, per cercare più qualità tra le linee. Il centrocampista della Roma batte male una punizione, che Mancini avrebbe voluto calciasse Sensi, entrato da poco per Barella.

Belotti si muove lungo tutto il fronte d'attacco, anche molto lontano dall'area
Belotti si muove lungo tutto il fronte d'attacco, anche molto lontano dall'area

Un cambio finalizzato a favorire proprio una più razionale circolazione del pallone. Ma gli azzurri non riescono a contenere, anticipare gli allunghi palla al piede dei terzini o dei centrocampisti armeni che partono in progressione nei corridoi centrali. E' un'Italia supponente, Bernardeschi tiene troppo palla e Mancini lo riprende. Un'Italia di fatto sollevata quando Pellegrini, entrato benissimo in partita, anticipa sul primo palo sul cross di Florenzi mentre i difensori vanno in due su Belotti: colpo di testa, 2-1, sospiro di sollievo. L'autorete del portiere Hayrapetyan sul tiro dalla distanza di Belotti chiude di fatto la partita. Gli resta solo la piccola amarezza per una possibile doppietta cancellata dalla segnalazione di un fuorigioco su cui restano molti dubbi. Come restano sulla prestazione dell'Italia, al di là del risultato.

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