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Piacenza: dopo la retrocessione il presidente non iscriverà la squadra in Lega Pro

Il presidente del club emiliano, Fabrizio Garilli, al termine della partita contro l’Albinoleffe ha dichiarato che non ha intenzione di iscrivere la squadra al campionato di LegaPro.
A cura di Mattia Sparagna
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Piacenza

La sconfitta brucia, ancor di più la retrocessione, ma dietro la decisione di Fabrizio Garilli c'è ben altro. Albinoleffe-Piacenza 2-2 ha condannato la squadra emiliana alla retrocessione in Prima Divisione, ma il patron degli emiliani non ha intenzione di iscrivere la squadra al prossimo campionato di LegaPro.

COLPA DEGLI SCANDALI – Alcuni passi importanti della nota pubblicata dal Piacenza fanno emergere la rabbia, mista alla forte delusione del presidente Garilli: "Mio padre acquistò il Piacenza nel luglio del 1983 e da lì in 20 anni abbiamo speso 100 milioni di euro. Siamo partita con lo spareggio falsato di Vicenza e poi lo scandalo scommesse del 1986. Oggi mi sembra di rivivere lo stesso film. La recente inchiesta della magistratura, per l'ennesima volta, ha fatto emergere un calcio violentato da scommesse illecite. Il magistrato ha dichiarato che il campionato 2010-2011 risulta falsato".

LA DELUSIONE E LA DECISIONE – Il presidente Garilli, nel comunicato, continua: "Da 20 anni siamo tra le 11 società a non essere state retrocesse in serie C. Per fare questo abbiamo profuso oltre 100 milioni di euro nel Piacenza Calcio. Abbiamo creduto in un calcio pulito e lo abbiamo dimostrato anche attraverso messaggi chiari e tangibili. Quanto sta accadendo contrasta con la mia mentalità e con quella dei miei collaboratori e dell'attuale Piacenza Calcio. Per questi motivi rendo noto alle istituzioni, ai tifosi, e ai piacentini tutti che oggi non mi sento di iscrivere la squadra alla categoria inferiore di Lega Pro". E' possibile che la decisione sia stata presa a caldo dopo la sconfitta bruciante contro l'Albinoleffe, è chiaro però il disagio manifestato dalla proprietà del Piacenza.

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