Pesoli incontra Abete, ma non avrà un faccia a faccia con i suoi accusatori

Ogni promessa è debito. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha tenuto fede alla parola data ed ha incontrato Emanuele Pesoli, giocatore del Siena che aveva iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la squalifica per 3 stagioni inflittagli dalla Commissione Disciplinare nell'ambito del processo per calcioscommesse. L'incontro è durato poco più di un'ora, al termine del quale Pesoli ha ringraziato il numero uno della Federcalcio per la gentilezza dimostratagli, ma Abete non potrà tendergli la mano di cui ha bisogno: il Presidente non può intervenire in ambito processuale facendogli avere un faccia a faccia con chi lo accusa di combine.
Abbiamo fatto una chiacchierata e si è mostrato molto sensibile però non può interferire sugli organi di giustizia sportiva. E' una grande soddisfazione essere ricevuto dal presidente della Figc, ma la mia protesta era volta ad ottenere un confronto con chi mi accusa, che purtroppo non ci sarà"
Lunedì quindi, in occasione del secondo grado del processo sul Calcioscommesse, non ci sarà nessun incontro diretto con Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, i pentiti che accusano Pesoli di aver contribuito a truccare l'esito finale di Siena-Varese del maggio 2011.
Sono fiducioso perchè non ho fatto niente. Avrei voluto guardare quei due in faccia, ma non mi è stato concesso. Mostrerò però le mie ragioni con la grinta che ho dentro perchè ho voglia di tornare in campo. Non è giusto che mi venga addebitato un illecito sportivo per una partita finita 5-0, in cui non ho fatto nulla, per mezze cose che raccontano questi due.
Infine, Pesoli ha lanciato il guanto di sfida: "Li invito ancora a venire in aula. Se hanno il coraggio il 20 io sarò lì"