Perchè Walter Mazzarri è uno dei (pochi) allenatori di cui la Serie A non può fare a meno
"Il calcio è semplice, non trasformiamolo in una scienza nucleare". Walter Mazzarri parla senza mezzi termini ed esprime la sua visione del calcio. "Per giocare bene così, bisogna far bene anche tecnicamente". "Bisogna fare le cose per bene". E ancora "la chiave è il pressing, quando lo si fa bene e tutti insieme". Lo stesso avverbio, ripetuto per 8 volte nei pochi minuti di intervista rilasciata a Sky post Torino-Sampdoria, ci restituisce un'idea chiara di come sia fatto il tecnico livornese. Semplice nella comunicazione, semplice nella tattica, con il suo ormai iconico 3-5-2. Una semplicità che, se applicata come lui vorrebbe, si trasforma in qualità e intensità di gioco.
Quel battibecco con Marocchi
"Non sono un rincoglionito". Walter Mazzarri non gliele manda a dire e risponde così alla critica di Giancarlo Marocchi a Sky. L'opinionista aveva espresso le sue perplessità sul non utilizzo di Zaza nella gara contro la Samp appena conclusa, e il tecnico granata gli ha risposto per le rime: "Anche tu, quando facevi il mediano, ti trovavi in difficoltà se le punte non rientravano". L'azione corale, il coinvolgimento di tutta la squadra nella manovra, temi tanto cari a Mazzarri, da ribadire con forza, anche a costo di litigare.
La tattica al servizio della tecnica
"La chiave è il pressing, quando lo si fa bene e tutti insieme". Come già citato, Walter Mazzarri non lascia nulla al caso e si applica affinché la squadra si muova come un tutt'uno. "Ho bisogno di 11 che difendono e di 11 che attaccano" e "bisogna correre tutti", due mantra che il tecnico livornese mette in campo sempre, cercando di sfruttare al massimo le potenzialità dei suoi esterni (De Silvestri e Ansaldi) e trovando sempre il disimpegno palla a terra, specie in uscita dalla difesa.
- Mazzarri cura anche l'aspetto mentale della squadra. "Adesso bisogna pensare al Parma, lavorare partita per partita", ha tranquillizzato l'ambiente e dato un metodo di lavoro, come sempre nelle squadre che allena. Come a Napoli. "Ho preso gli azzurri che erano in basso e, pensando partita dopo partita, siamo arrivati in alto", ha dichiarato.
Il suo Napoli ha battuto il Chelsea campione d'Europa
Il Napoli di Walter Mazzarri era qualcosa di incredibile. Quando i ritmi si alzavano, la partita era era sempre in mano agli azzurri. Intensità, gioco, cuore, capaci di impressionare anche i tifosi delle altre squadre. Sempre nel solco del mantra mazzarriano: 3-5-2, schermo dell'impostazione avversaria con densità a centrocampo, e gioco sulle fasce. Incalcolabili i kilometri percorsi sugli esterni dai vari Maggio, Dossena, Zuniga.
C'è da dire che la società gli diede carta bianca per la costruzione della rosa e dello staff. Inoltre, Mazzarri poteva contare su un Cavani al massimo della condizione, un Lavezzi in grado di saltare chiunque in qualsiasi zona del campo, e un Hamsik brillante negli assist e in zona gol, ancora lontano dal viale del tramonto. Quello che impressiona è la costanza dei vari Maggio, Inler, Campagnaro; giocatori non così forti, ma che hanno dato il meglio una volta calati negli schemi del tecnico livornese.
L'impresa sfiorata nel febbraio 2012
L'apoteosi del gioco di Mazzarri e dell'entusiasmo che è in grado di generare, tutto concentrato nella gara di andata negli ottavi di Champions. Una partita dominata, rimontando lo svantaggio arrivato per opera di Mata, che soltanto una prestazione opaca e sfortunata al ritorno non trasformò in una vera e propria impresa. Finì 3-1, con la doppietta di Lavezzi e la rete di Cavani, rese inutili dal gol di Ivanovic nei supplementari della gara di ritorno.
- Il Chelsea vinse poi la Champions League, battendo in finale ai rigori il Bayern Monaco all'Allianz Arena.
Perchè Mazzarri ce l'ha sempre con gli arbitri
Il carattere determinato e "fumantino" non lo abbandona neanche quando c'è da parlare di arbitri. A Sky ieri sera si è espresso sulla squalifica di Lukic: "Purtroppo a Parma non lo avremo, perché è stato ammonito ingiustamente", ha polemizzato. Si è perso il conto delle espulsioni accumulate in carriera, e fa ancora discutere quella volta in cui chiamò gli arbitri "lattanti". Ma per apprezzare al meglio Walter Mazzarri bisogna accettarne tutti gli aspetti. È fatto così, prendere o lasciare. E fossimo in voi, prenderemmo.
Quel talento naturale per le gag (con l'orologio o senza)
E poi, diciamocelo, vederlo in panchina è uno spasso. Irrequieto e rosso in volto, la sua mimica regala sempre momenti divertenti. Il suo protestare contro le perdite di tempo indicando l'orologio ha fatto la storia recente di Internet.
E ancora, la reazione rabbiosa e divertente dopo un gol sbagliato dall'Inter contro l'Udinese nel 2014. Preso dalla disperazione, il tecnico si scagliò contro una bottiglietta di acqua minerale, addentandola.
Insomma, un personaggio a 360 gradi, che non vorremmo mai veder abbandonare la nostra Serie A.