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Perché l’Europa League al Napoli non serve solo per dare un senso alla stagione

Alla base, l’orgoglio del ‘debuttante’ Ancelotti al quale in bacheca manca questo trofeo e il riscatto del gruppo dopo l’uscita anzitempo dalla Champions e dalla Coppa Italia. Ma soprattutto il valore internazionale per il club che deve risalire il Ranking UEFA e invertire una tendenza al ribasso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Carlo Ancelotti vuole l'Europa League, è il suo unico trofeo europeo che manca in bacheca. Con il primo posto in campionato oramai destinato alla Juventus scappata a +13 e una Coppa Italia salutata a San Siro contro il Milan di Piatek, per il Napoli non resta che l'affermazione continentale. Una questione di prestigio personale, di autostima del gruppo e di valore per il club. Tutti elementi che inseriti nelle dosi corrette dovrebbero permettere da qui a giugno un mix vincente.

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Il Napoli deve tornare a vincere. Lo aveva sottolineato mister Carletto in estate, appena arrivato alla guida dei partenopei, a cavallo di un gruppo già formato, di un ambiente entusiasta per l'approdo di uno dei più vincenti allenatori in circolazione. Poi la Juventus ha ridimensionato le aspettative, quindi il girone di ferro contro i colossi Liverpool e Psg ha chiuso il discorso Champions nella fase a gironi, infine la mazzata arrivata sotto i colpi di Piatek.

L'orgoglio di Ancelotti

Così l'Europa League si è trasformata in un traguardo essenziale che va ben oltre il puro obiettivo di risollevare una stagione altrimenti "senza tituli". Il valore specifico è molto più alto, c'è in ballo la costruzione di un progetto che deve diventare vincente ad ogni costo e sfarlo alzando un trofeo a giugno è il viatico perfetto. Dopotutto, Ancelotti è un debuttante assoluto nel torneo e la determinazione con cui sta affrontando gli impegni è una garanzia assoluta.

Il Ranking UEFA da scalare

Il trofeo è fondamentale anche per la società e il suo peso all'interno del panorama continentale. Il ranking non è semplicemente una classifica asettica, da quei dati passa anche il futuro del Napoli, la possibilità di avere maggior considerazione all'interno del tabellone delle Coppe. Al momento il club di Aurelio De Laurentiis è al 16esimo posto insieme al Manchester United, ma davanti a club più blasonati come Chelsea e Tottenham.

Perché serve almeno la semifinale

Dal 2015 ad oggi, i punti raccolti in campo internazionale sono in calo costante, dai 22 mila ottenuti nell'era Benitez con la semifinale in EL ai 17 mila del secondo anno di Maurizio Sarri (ottavi di finale di Champions League), fino ai soli 10 mila della passata stagione. Un trend che oggi il Napoli di Ancelotti ha l'imperativo di far svoltare. Per questo si deve arrivare almeno alla semifinale di Europa League, con la quale si supererebbe il Manchester United (virtualmente fuori dalle Coppe dopo lo 0-2 di Old Trafford contro il Psg) e avvicinare (o superare in caso di eliminazione dei reds dalla Champions) il Liverpool a soli +2 mila punti attuali.

Il turn over per proseguire in Coppa

Una mediana da riscatto

Per farlo, Ancelotti sta studiando le mosse giuste per proseguire il cammino di Coppa. A zurigo è arrivata una vittoria importante, al San Paolo bisognerà cambiare vestito per ripresentarsi di nuovo perfetti. Per farlo, la parola d'ordine è turn over.  Tra i pali ci potrebbe essere il ritorno di Meret, in difesa Luperto potrebbe far rifiatare uno tra Maksimovic e Koulibaly. Da valutare anche il possibile ritorno di Ghoulam a sinistra. A centrocampo Diawara potrebbe sostituire Allan ed agire con Fabian con Ounas e Verdi sugli esterni in una mediana in cui tutti cercano il riscatto personale. In attacco Insigne, squalificato a Parma, giocherà sicuramente con Mertens nella solita alternanza con Milik.

Probabili formazioni

NAPOLI (4-4-2): Meret; Hysaj, Luperto, Koulibaly, Ghoulam; Ounas, Diawara, Fabian, Verdi; Insigne, Mertens. All. Ancelotti
ZURIGO (3-4-3): Brecher; Nef, Bangura, Maxso; Untersee, Kryeziu, Domgjoni, Kharabadze; Winter, Odey, Kololli. All. Magnin

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