Perché il Napoli di Carlo Ancelotti produce tanto ma segna poco
Nell'intervallo della partita Napoli-Atalanta, tra i tifosi partenopei è apparso uno striscione che ha inevitabilmente generato polemiche. Gli ultras della curva B hanno esposto la scritta "Sarri uno di noi", ricordando nostalgicamente il "bel gioco" del tecnico toscano, che non hanno più apprezzato da quando in panchina siede Carlo Ancelotti. Complici anche gli ultimi risultati negativi, in molti si sono scagliati recentemente contro l'allenatore ex Bayern Monaco. Non ultimo il padre di Lorenzo Insigne, che dopo l'eliminazione dall'Europa League per mano dell'Arsenal l'ha definito "un pacco". Ma un dato dà ragione a mister Ancelotti: il Napoli produce tanto, più degli scorsi anni. Il problema sta in quanto riesce a concretizzare.
Dominio azzurro contro l'Atalanta, ma quante occasioni sprecate
Per circa un tempo e mezzo il Napoli ha tenuto testa all'Atalanta, squadra particolarmente in forma e motivata in questa fase del campionato, complice una situazione in classifica che la vede proiettata in zona Champions. Alla fine il risultato ha dato ragione ai bergamaschi, ma le occasioni sprecate dagli uomini di Ancelotti sono state tante, alcune delle quali clamorose.
- La gara degli azzurri è terminata con 13 tiri e 10 palle gol, di cui due incredibili come quella di Mertens (terminata con la caduta del belga dopo aver saltato Gollini) e quella di Milik, salvata sulla linea da un'intervento provvidenziale di Masiello.
Gli expected goal: cosa sono e perché il Napoli è da considerarsi "sprecone"
Non è la prima volta che il Napoli raccoglie meno di quanto semina. Stando alla statistica degli expected goals, ossia di occasioni da rete che statisticamente dovrebbero concludersi con un gol, contro gli orobici gli azzurri avrebbero dovuto realizzare 1,59 reti, più delle 1,34 costruite dagli uomini di Gasperini. Anche in occasione di gare terminate senza segnare, gli uomini di Ancelotti avevano prodotto un numero importante di expected goals: contro la Fiorentina (terminata 0-0) il Napoli avrebbe dovuto segnare 3 gol, mentre 2,5 gol avrebbe dovuto realizzarli nel pareggio a reti bianche contro il Torino.
Perché il Napoli concretizza poco: il calo di forma degli attaccanti
La squadra di Ancelotti quindi non sembra avere grandi problemi a costruire gioco d'attacco e occasioni da rete. Il problema sta nella crisi in fase realizzativa degli attaccanti. Crisi che però aveva iniziato a emergere già al termine della scorsa stagione: nelle ultime dodici giornate sotto la guida Sarri, Mertens aveva realizzato un solo gol, così come Insigne. Due le marcature per Callejon, mentre l'unico in caso di garantire costanza era Milik, però incapace di tenere il reparto da solo.
Il primato europeo nei tiri: Napoli secondo solo al Bayern Monaco
Un altro dato testimonia come non sia vero che il gioco di Ancelotti non è efficace. Nella classifica europea delle squadre che tirano di più, gli azzurri sono al secondo posto con 18,2 tiri in media a partita, preceduti dal Bayern Monaco (primo con 18,6 conclusioni) e seguiti dal Manchester City (18). Le altre italiane in classifica sono l'Atalanta, sesta con 17,2, seguita dalla Juventus con 16,7 e dalla Lazio (16,6). Ma questo dato è ancora più emblematico se confrontato con quello dell'anno scorso. Sotto la gestione Sarri, infatti, la media tiri per partita era di 17, un tiro e mezzo in meno rispetto a quella di quest'anno con Ancelotti in panchina.