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Perché il Milan ha potuto fare mercato e spendere nonostante Uefa e Financial Fair Play

Il TAS di Losanna, a luglio, ha riammesso il Milan in Europa. Ha confermato però le violazioni del fair play finanziario. E rimandato all’Uefa il compito di individuare nuove, appropriate sanzioni. Ma non ha emesso le motivazioni, per cui tutto è sospeso. Così, con molti prestiti, Leonardo ha rinforzato la squadra.
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Higuain, Caldara, Bakayoko, Castillejo e Laxalt. Il nuovo Milan della gestione Elliott ha investito sul mercato oltre 80 milioni per rinforzare la rosa. Ne ha incassati 65, con un saldo negativo di 18 milioni in un'estate iniziata come color che son sospesi. E sospeso il Milan rimane, in attesa della sanzione Uefa: intanto, rinforza la squadra.

Il TAS non motiva, la UEFA non può decidere

Il Milan, infatti, attende le sanzioni della UEFA in materia di fair play finanziario. Ma la decisione del TAS di Losanna, che a luglio ha riammesso i rossoneri in Europa, ha cambiato lo scenario. L’Adjudicatory Chamber dell’UEFA aveva riscontrato il mancato adempimento, da parte del Milan, del requisito del pareggio di bilancio (“break-even requirement”), previsto dagli articoli 58-63 del Regolamento UEFA sul Club Licensing and Financial Fair Play, si legge nel comunicato del tribunale di arbitrato di Losanna.

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La corte conferma l'avvenuta violazione ma annulla la sanzione di esclusione dalle coppe europee, e rinvia il caso all’Adjudicatory Chamber “per l’irrogazione di una sanzione disciplinare proporzionata”, prosegue il comunicato, “in considerazione della relativa richiesta da parte del club econsiderando che l’Adjudicatory Chamber si trovi in una posizione migliore per irrogare una sanzione disciplinare proporzionata”. Qui sta il busillis. Infatti, il Collegio ha reso pubblica la decisione ma non le motivazioni, limitandosi ad annunciare che le avrebbe rese note in una data successiva. La data non è ancora arrivata, e senza le motivazioni l'UEFA non può stabilire la proporzionata sanzione.

Il rosso e il nero: spendere ma non troppo

Le sanzioni, questo è certo, arriveranno, quindi il club non può e non vuole avventurarsi in operazioni di mercato che appesantiscano troppo i conti. Perché poi di quel passivo bisognerà rientrare, e maggiore sarà il “rosso” di questa sessione, maggiore sarà l'aggravio su conti già in perdita. Quindi Leonardo ha potuto completare lo scambio Bonucci-Caldara, valutati nello stesso modo, e il prestito di Higuain, mettendo a bilancio solo un costo di 18 milioni e non l'intera cifra (la differenza sarà calcolata in caso di esercizio del diritto di riscatto). Nel complesso, fra risparmio degli ingaggi e ammortamenti, l'operazione pesa per poco più di 20 milioni.

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Compro oggi, pago domani

Anche le altre operazioni di mercato hanno seguito una strada simile. Tiémoué Bakayoko, ex centrocampista del Chelsea, è arrivato con un prestito oneroso di 5 milioni e riscatto eventuale fissato a 35. Diverso l'accordo con il Villarreal per Samu Castillejo, che arriva per 18 milioni complessivi in due anni, 4 subito più altri 14 per l'obbligo di riscatto, ma alleggerisce il Milan dall'ingaggio di Bacca, circa 4 milioni l'anno, tornato al Villarreal. Reina e Strinic, trasferimenti a parametro zero già concordati nella precedente gestione, pesano meno sulle casse del Milan, che ha concluso l'ingaggio di Diego Laxalt per 18 milioni (14 più 4 di bonus), ma di fatto al Genoa resteranno i 3 milioni di differenza fra i 14 della parte fissa per il trasferimento del laterale e gli 11 che Preziosi dovrà sborsare, a giugno 2019, per l'obbligo di riscatto di Gianluca Lapadula.

Il futuro con Elliott

A questo punto, sottolinea la Gazzetta dello Sport, la UEFA potrebbe emettere una nuova sentenza oppure riavviare un processo di definizione di un "settlement agreement", un accordo condiviso fra le parti. Qualunque sia la strada, le misure punitive che saranno individuate avrebbero un'efficacia dilazionata nel tempo. Il passaggio al fondo Elliott, indubbiamente solido dal punto di vista finanziario, è un passaggio cruciale. E i nuovi proprietari hanno tutto l'interesse ad aumentare il valore del club prima di decidere, eventualmente, di vendere.

“Le partite le vincono i giocatori sul campo, ma i campionati li vincono le società. Ci sono molti modelli e c'è la borsa. Barcellona e Real hanno un azionariato popolare, il Bayern ha un azionariato dei tifosi al 73% con Audi, Adidas e Allianz al 9% ciascuno per promuovere la Baviera. E c’è sempre il grande imprenditore. Diamoci qualche anno e vedremo” ha detto il presidente Paolo Scaroni alla Stampa.

Il pallino del nuovo stadio

Per Scaroni, il futuro rossonero passa anche per l'individuazione del nuovo stadio. Elliott non esclude la prospettiva della ristrutturazione di San Siro insieme all’Inter, ma non rinuncia nemmeno all'idea dell'impianto di proprietà, per cui sarebbe stata individuata l’area di Sesto San Giovanni. Un tassello ulteriore nel superamento della parentesi cinese, e nella definizione di una nuova era. In attesa delle sanzioni Uefa.

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