Perché Cristiano Ronaldo non ha tatuaggi come altri calciatori?
Corpo curato, tenuto in forma, asciutto, tornito, muscoli scolpiti. Sul proprio corpo, però, Cristiano Ronaldo non ha tatuaggi. Nessun disegno, alcun fregio. Nulla, a differenza di molti altri calciatori o ex campioni (Beckham ne ha più di 40), CR7 non ama avere la pelle ornata. Per quale motivo il campione portoghese evita questa pratica? Chiacchiericcio a parte, il vero motivo legato a questa scelta è uno solo: la stella del Portogallo e del Real Madrid, secondo le notizie trapelate, è un donatore di sangue. Ma non è l'unico vezzo che il calciatore non si concede: non fuma e soprattutto non beve. La morte del padre, alcolista, avvenuta nel 2005 ha lasciato una ferita ancora aperta nel suo cuore.
Predestinato. E' il primo termine che viene in mente ripensando alle parole della madre di CR7, Dolores Aveiro. La donna raccontò in un libro di aver pensato all'aborto quando, a causa delle difficili condizioni economiche, venne a sapere di aspettare un bambino, quel ragazzo che una volta cresciuto sarebbe diventato il futuro Pallone d'Oro. Predestinato, proprio così, a giudicare dal problema al cuore diagnosticatogli quando aveva 15 anni. Aveva iniziato a giocare giovanissimo, quando aveva 7 anni, ma a un certo punto la sua carriera è stata messa a rischio da una tachicardia congenita. Cosa significa? Che ll suo cuore batteva troppo forte e lo avrebbe potuto portare al collasso. Ronaldo subì un'operazione molto delicata e guarì del tutto.
CR7, la sua sigla è divenuto un brand. In Inghilterra, tra le fila del Manchester United, quel ragazzo sbarcato in Premier League dal Portogallo darà la svolta alla sua vita di calciatore. Indosserà la maglia numero 7, una casacca speciale a Old Trafford, e la farà propria fino a divenire un marchio di fabbrica associandola alle iniziali del suo nome. Un brand potente per un calciatore capace di fatturare fino a 87 milioni di euro all'anno. Sir Alex Ferguson farà di lui un campione fino a quando nel 2009 il Real Madrid – pagando 94 milioni di euro – non lo porta tra i ‘galattici' ed è in Spagna che troverà la propria consacrazione implementando il bottino di titoli personali fino a conquistare il quarto Pallone d'Oro della carriera.