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Perché André Silva ha lasciato il Milan, la rivelazione di Gattuso

Dopo Sassuolo-Milan 1-4, Gennaro Gattuso ha fatto il punto sulla vittoria dei rossoneri che finalmente oltre alla prestazione hanno portato a casa anche i 3 punti. Una battuta anche sull’ex centravanti portoghese che in Spagna sta conquistando la scena a suon di gol, e che a Milanello qualcuno rimpiange.
A cura di Marco Beltrami
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Il Milan spuntato (con Higuain infortunato e Cutrone acciaccato) ha conquistato 3 punti pesantissimi sul campo del Sassuolo. Una serata finalmente di grazia per Gennaro Gattuso che spera che al Mapei Stadium, la sua squadra abbia trovato quella tranquillità ideale per trovare il risultato oltre alle prestazioni. Tanti i temi trattati dal mister rossonero nel post-partita, iniziando anche dal momento difficile dell'attacco e dalla possibile "nostalgia" per André Silva.

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Perché André Silva ha lasciato il Milan, la rivelazione di Gattuso

Intervenuto ai microfoni di Sky dopo Sassuolo-Milan 1-4, Gattuso ha iniziato il suo intervento parlando di un ex giocatore, ovvero André Silva. Il bomber portoghese si sta rendendo protagonista di un super avvio di stagione al Siviglia. Con Higuain infortunato, e Cutrone acciaccato, il portoghese avrebbe fatto comodo a questo Milan. Ecco il chiarimento di Ringhio sull'addio di Silva: "André Silva non è voluto rimanere. C’era Higuain, c’era Cutrone e quando ho sentito che non voleva rimanere… Non si convincono i giocatori: se uno non vuole rimanere. Abbiamo fatto di tutto per trattenerlo, ma alla fine lui ha fatto questa scelta. Non avevo dubbi che era un buon attaccante, ha fatto vedere buone cose, sicuramente l’anno scorso ha fatto fatica. Nessuno ha mandato via André Silva, è stata una scelta sua.

Sassuolo-Milan 1-4, il punto di Gennaro Gattuso

Chiuso il capitolo Silva, per il Milan è arrivata un'iniezione di fiducia grazie alla vittoria sul Sassuolo. La speranza dell'allenatore è che questo risultato garantisca tranquillità per la prosecuzione della stagione: "Questa squadra ha sempre giocato un buon calcio in queste partite, abbiamo degli alti e bassi, abbiamo dato poca continuità alle prestazioni. Ad Empoli poteva finire come oggi. Se vogliamo diventare una squadra importante e dare continuità al nostro gioco non dobbiamo subire l'avversario che esce. Dobbiamo fare molto meglio la fase difensiva, è un po' il punto debole, non è solo colpa dei difensori. A volte i centrocampisti si abbassano troppo. Questa squadra ha tante cose buone, crede fortemente in quello che stiamo provando. Non basta una vittoria, quando si indossa la maglia del Milan e si allena una società così gloriosa la pressione c'è. Dobbiamo essere bravi a lavorare, non era tutto da buttare. Le prestazioni alla gente non interessano, ma la squadra è viva, ascolta. Il responsabile sono io, l'importante è dare il tempo a questi ragazzi di crescere".

Suso decisivo e la mentalità vincente del Milan

E senza attaccanti, ci ha pensato Suso a far fare il salto di qualità al Milan: "Suso come Higuain?  Per completare la sua crescita deve conoscere meglio Higuain, deve sterzare meno con il Pipita, se ci riuscisse potrebbe essere come Insigne quando erano compagni al Napoli. Può fare tanti gol ma farne fare tanti a Higuain". La doppietta non può che far bene allo spagnolo, che deve acquisire una mentalità vincente come tutto il Napoli: "Vuol dire che quando passi in vantaggio non giochi più di fioretto, a volte butti qualche palloni fuori dallo stadio, fai credere di essere in sofferenza e cercare altri gol. Ci manca questo. La squadra gioca bene, sa quello che vuole, ma quando inizia a perdere le sicurezze, andando sulle seconde palle, diventa vulnerabile e certe volte subisce gli avversari".

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