Perché alla Juventus le bandiere (e i giovani) non contano più
C’ha pensato il campionato a scacciare via tutti i malumori iniziali dei tifosi della Juventus nei confronti degli investimenti in uscita dei bianconeri. Certo, da specificare, non quelli in entrata. Con Cristiano Ronaldo in rosa la società si è infatti superata. Ma c’è sempre una frangia della tifoseria, forse la maggior parte, che comunque non ha ben chiare alcune strategia del club di Agnelli. I campioni d’Italia, sempre molto attenti sulle questioni di bilancio, ma senza trascurare la qualità dei giocatori, ha fatto alcuni investimenti che non sono piaciuti troppo ai propri supporters. La cessione, o meglio, il mancato rinnovo contrattuale di Buffon senza fare troppo ‘rumore’, la cessione di Caldara (più di Higuain) al Milan e infine, la rescissione consensuale del contratto che legava Claudio Marchisio alla Vecchia Signora. Una scelta non semplice si legge tra le righe scritte da entrambe le parte nel momento dell’addio, ma pur sempre così rapida e a tratti priva di sentimento. Perchè la Juventus sta operando in questo modo? La fame di Champions è così forte da offuscare una dirigenza sempre così impeccabile? Ad oggi, sembrerebbe troppo strano.
Marotta e Paratici: quale strategia?
Troppo facile pensare che dopo l’acquisto di Cristiano Ronaldo la Juventus avesse bisogno di monetizzare cedendo, o meglio, non rinnovando e quindi risparmiando contratti onerosi come quelli di Buffon e Marchisio. La società aveva già prima dell’investimento di CR7, le operazioni in uscita da dover fare. Esclusi dunque i motivi legati all’acquisto oneroso del portoghese, la Juventus ha operato in modo quasi impeccabile, come se avesse uno spartito in testa da dover eseguire.
Prima dell’ex Real, è andato via Gigi, con il quale la società ha detto di essersi lasciata in ottimi rapporti, poi è stata la volta di Marchisio il cui contratto è stato addirittura risolto con una rescissione che ha sorpreso tutti. Troppo tempo per aspettarlo? L’infortunio l’ha infatti costretto a precipitare come ultima scelta di Allegri a centrocampo e questo ha condizionato il ‘Principino’. Ma cancellare 25 anni di onorata carriera in bianconero con un comunicato, è sembrato alquanto freddo.
Il modus operandi dei bianconeri
La Juventus in tutti questi anni coincisi con i 7 scudetti di fila, ha operato, dicevamo, in modo quasi perfetto, come se stesse interpretando un piano studiato ad hoc, così preciso da essere infallibile. I bianconeri hanno quasi seguito una sorta di ‘modello Bayern’. Agnelli infatti, nelle sue mosse, non ha mai nascosto le tante uguaglianze delle manovre bianconere a quelle dei bavaresi. I talenti italiani, così come quelli tedeschi, tutti da mettere sotto contratto per la squadra più forte del campionato.
La rinuncia e il sacrificio dei campioni per vincere subito, sempre e in maniera continuativa. È successo con Pirlo, Tevez, ma anche con i vari Evra e Vidal che la Juventus ha preferito eliminare subito i rami quasi secchi, seguendo quasi una sorta di esempio tedesco, maghi nel rinnovamento (vedi la Nazionale) e che anche con il Bayern non hanno di certo badato troppo al sottile quando, in maniera consensuale, hanno deciso di dividere le strade che legavano la società al capitano Lahm. I tedeschi, in tutti questi anni, qualche Champions sicuramente l’hanno vinta.
Ma allora perchè sacrificare anche i giovani?
Seguendo questo ragionamento, allora alla Juventus mancherebbe proprio alzare quel trofeo che il Bayern, così come altre società, come il Real Madrid, hanno vinto anche con la presenza di diversi giovani in campo. Varane ne è un esempio. E allora perchè Caldara non avrebbe potuto fungere da ‘modello Varane?’. Diciamo pure che qui entra in ballo CR7. L’investimento del portoghese è stato un chiaro segnale della Juventus all’Europa del calcio di essere disposta a tutto pur di alzare la coppa dalle grandi orecchie.
Anche sacrificare i giovani più meritevoli. Caldara però, a differenza di Rugani, non era stato ancora ‘svalutato’ come l’ex Empoli che, nonostante goda di un ottimo mercato, è praticamente fermo da due anni e anche quest’anno giocherà sicuramente con il contagocce. Meglio dunque fare cassa e affidarsi ad un ‘usato sicuro’ come Bonucci capace sicuramente di mettere in condizione anche Ronaldo di poter usufruire di palloni in verticale dalla difesa che possano consentire al portoghese di andare in gol con maggiore facilità. La Champions, sì, è questo il vero motivo.
Il caso Mandragora
Svelato dunque l’arcano, attraverso anche diversi ragionamenti legati alle strategie economiche e i modelli a cui si è ispirata la Juventus in tutti questi anni, resta ancora un dubbio da sciogliere: come mai la Juventus ha tenuto Bentancur e ha venduto Mandragora? Certo, l’uruguaiano è stato anche protagonista del Mondiale in Russia, ha esperienza e carattere, ma il centrocampista campano visto a Crotone lo scorso anno, non ha certo demeritato.
Meglio cederlo all’Udinese che ha speso ben 20 milioni di euro per acquistarlo e puntarci con convinzione. Una scelta azzeccata per qualcuno, vista la somma dopo aver preso Ronaldo, ma un peccato per un calciatore del ’97 che avrebbe potuto sicuramente sostituto, almeno numericamente, proprio quel Marchisio il cui addio, con l’ingresso del campano in rosa, avrebbe costituito una sorta di passaggio del testimone.