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Contro lo sciopero la Lega ha proposto all’Aic un contratto simile a quello che non volle firmare

Siamo al paradosso: prima l’accordo temporaneo era inaccettabile, oggi è invece la soluzione a tutti i mali. Certo, il mercato è finito, le rose fatte e i propri interessi definiti. Quindi si può anche giocare.
A cura di Alessio Pediglieri
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Adesso che la Lega Calcio ha varato la proposta ufficiale di un contratto-ponte all'Aic, possiamo ribadirlo a gran voce: i giocatori hanno fatto bene a scioperare. Il ‘re' (in questo caso il Palazzo) è nudo: i presidenti hanno accettato di firmare una settimana dopo, ciò che era stato proposto loro ancor prima di sabato scorso e che avevano rifiutato di sottoscrivere. Una vergogna.

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L'ENNESIMO DIETROFRONT DELLA LEGA CALCIO –  Damiano Tommasi e l'Aic, in quel caso appoggiati dal presidente del Napoli De Laurentiis avevano in extrema ratio provato a far sottoscrivere alla Lega Calcio un contratto ‘ponte' che permettesse al campionato di partire ma che sarebbe servito semplicemente a prendere altro tempo (leggasi le due settimane di stop per gli impegni della Nazionale contro Far Oer e Slovenia) per definire quello collettivo. Alla vigilia della prima giornata di campionato, i presidenti desireso quella proposta, vista quale falso tentativo dell'Assocalciatori di trovare un compromesso che evitasse lo sciopero: la Lega – diceva il presidente Beretta – non poteva sottoscrivere un contratto identico a quello per cui si stava litigando. Legittimo. E allora perchè oggi, al contrario, si è sottoscritto? Cosa è cambiato in un pugno di giorni? Si è creata una situazione molto strana, quasi paradossale, al limite del ridicolo: la seconda giornata di campionato si disputerà regolarmente, ma ancora una volta, tutta la responsabilità ade addosso soltanto ai giocatori. Strano. "L'unico vero responsabile di scioperi, d'ora in avanti, sarà Tommasi", ha commentato Aurelio De Laurentiis, lo stesso che appoggiò fino all'ultimo la proposta Aic ante-sciopero. Altro voltafaccia su cui riflettere oggi.

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OGGI E' UNA PROPOSTA RAGIONEVOLE – Il comunicato ufficiale di Maurizio Beretta, presidente di Lega, ha presentato la seguente argomentazione: "Abbiamo affrontato la questione del nuovo accordo collettivo, l'assemblea ha inviato la proposta che abbiamo riferito all'Aic. La proposta di accordo vale fino al 30 giugno 2012 e recepisce i 6 punti, leggermente modificati del negoziato sviluppato nei mesi scorsi. Sull'art. 7 va integrato da accordo o, in mancanza dell'accordo, diventerebbe parte integrante il lodo Abete che prevede di organizzare in maniera diversa gli allenamenti per esigenze logico sportive, senza il carattere della temporaneità". Sull'art. 7, Beretta, che prevede l'obbligo di allenare tutti i giocatori in prima squadra, ha dichiarato che la proposta della Lega "prevede un eventuale confronto tra le parti da sviluppare nei prossimi 15-30 giorni". Secondo Beretta la proposta elaborata oggi dalla Lega è "molto ragionevole anche perché si accompagna alla proposta forte di far partire nel frattempo un gruppo di lavoro tra Lega e Aic per quanto riguarda tutti i temi che attengono alle parti, una commissione paritetica che sarà chiamata ad affrontare tutti i nodi che possono fare da base di un processo di rifondazione delle regole fondamentali che riguardano il calcio".

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COSA E' CAMBIATO IN DIECI GIORNI – Ve lo diciamo noi cos'è cambiato da una settimana a questa parte. Nulla e tutto. Nulla perchè l'Aic e i calciatori – caso strano in Italia – sono rimasti fermi sulle loro posizioni e quindi non hanno permesso altre vie risolutorie della faccenda. Damiano Tommasi l'aveva dopotutto detto: si rischia uno sciopero dei calciatori ad oltranza. Quindi, da parte dei giocatori non è cambiato nulla se non la dimostrazione che così non si poteva andare avanti. Ma è cambiato tutto per i presidenti. Infatti – coincidenza interessante – si è permesso che il calciomercato finisse, che le società formassero le proprie rose, definendo le compravendite, i prestiti e le cessioni senza il ‘fastidio‘ di un campionato già in corso. Ogni club, si è ritagliato il lusso di poter gestire il proprio mercato con colpi ‘last minute‘ o ‘low cost‘ senza che le valutazione dei giocatori subisserro improvvisi rialzi o crolli preoccupanti a seguito di gol o infortuni. Insomma, ritorna alla ribalta e trova conferma la tesi dello stesso Tommasi – già suffragata dal presidente federale Abete – secondo cui "a qualcuno interessava che la prima giornata di campionato non si disputasse".

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PROVA DI FORZA TRA SOCIETA' E CALCIATORI – Oggi, il contratto ‘ponte‘ – come dicevamo – è lo stesso di una decina di giorni fa. E' un modo per accontentare temporaneamente tutti, Lega e calciatori, con l'impegno di chiudere entro una settimana la questione soprattutto attorno all'articolo 7 e arrivare a fine stagione con un contratto collettivo definitivo. Le società avevano già vinto parte della loro ‘battaglia‘ trovando consenso nell'inserimento di clausole che permettevano controlli sulla vita extra-calcistica dei giocatori, che mantenevano di fatto intatta la possibilità di allenamenti differenti (essendo stata tolto l'avverbio ‘temporaneamente') ridando potere ai club e che concedevano alle società di ‘gestire‘ i pagamenti e le remunerazioni ai calciatori in base alle proprie esigenze di bilancio. Unico punto, nuovo, è semplicemente la durata dell'accordo: i calciatori una settimana fa avevano proposto un contratto-ponte di tre anni, la Lega oggi ha messo sul tavolo lo stesso contratto che si concluderà nel giugno 2012.

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NESSUNA QUESTIONE E' DEFINITA – La palla – avvelenata – adesso è ritornata tra i piedi dei giocatori e dell'Aic. Damiano Tommasi, davanti al comunicato della Lega, alle minacce di responsabilità diretta per eventuali nuovi scioperi e per un contratto-ponte prima rifiutato e solo adesso riproposto ma modificato nella durata e in alcuni piccoli ma importanti aspetti, ha deciso di prendere tempo. Alla fine si giocherà ma questa volta sembra proprio che i presidenti e la Lega abbiano tirato troppo la corda e i calciatori resteranno con le orecchie ben tese. Prossimo appuntamento fra 15-30 giorni quando non si troverà alcun accordo definitivo e si ripresenterà il ‘teatrino' tra Aic e Lega. Speriamo di essere delle Cassandre, ma gli eventi – ad oggi – ci hanno sempre dato ragione.

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