Pellè e la Cina: “Sono venuto qui solo per soldi, ma se l’Italia chiama…”

Graziano Pellè è lontano dall'Italia e non solamente perchè sta giocando in Cina. L'attaccante oggi in forza allo Shandong Luneng, non fa più parte del giro della Nazionale azzurra per volontà del ct Ventura, dopo lo screzio della mano non data al momento della sostituzione. Uno sgarbo mai digerito dal tecnico e che ha punito in modo esemplare il giocatore escludendolo dai giochi delle convocazioni. Intanto, Pellè gioca e lo fa bene in Cina, la nuova Mecca del pallone internazionale dove, a discapito della qualità e della tecnica complessivamente modeste, ci sono ingaggi multi milionari ai quali non poter rinunciare in caso di chiamata. Come ammette senza fronzoli lo stesso attaccante, soddisfatto però della scelta fin qui seguita.
Questione di soldi – Forse, un giorno ritornerà in Italia per giocare ancora nel nostro campionato. Intanto, Pellè si gode la fama e la gloria nella SuperLeague cinese, chiamato a suon di milioni per potervi partecipare. Un richiamo che il giocatore ha accettato senza indugio, visto che arrivato nella seconda parte della sua carriera mai e poi mai poteva sperare in un ingaggio così alto. E ad ammetterlo è lo stesso giocatore: "Arrivare qui in Cina? Se non mi avessero dato tutti questi soldi non sarei venuto qui" ha ammesso a ‘Emigratis' il programma in onda sulle reti Mediaset. "La stagione sta andando benone, non mi posso lamentare. Ho dovuto prendermi del tempo per ambientarmi".
Italia indigesta: dalla serie A alla Nazionale – Ma il pensiero dell'Italia è sempre presente. Non solo in chiave Nazionale ma anche per la Serie A. Pellè è un giocatore che farebbe comodo a molte squadre del nostro campionato, ma al momento tutte le strade portano in Asia. Tutti gli altri pensieri sono messi in second'ordine, poi sul futuro restano aperte tutte le ipotesi possibili: "Non dico di no, anzi. Un ritorno in Italia potrebbe essere possibile ma non so. Al momento non c'è stata alcuna occasione importante. Mi spiace ancora per il rigore sbagliato agli Europei: lo ‘scavetto’ a Neuer non era una presa in giro nei loro confronti. E poi mi sono confrontato con Ventura. Ho ammesso di aver sbagliato a non avergli dato la mano, ci siamo chiariti in separata sede".