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Pelé: “Messi è il mio giocatore preferito”

La leggenda brasiliana a Milano, dove ha presentato il film sulla sua vita, si è iscritto al partito di Leo Messi che preferisce a Ronaldo e Neymar.
A cura di Alessio Morra
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Anche Pelé si iscrive al partito di Leo Messi. O’ Rei a Milano, in una conferenza stampa in cui è stato presentato il film sulla sua vita, ha svelato che il numero 10 del Barcellona tra quelli è attuali è il suo calciatore preferito. Seguono a ruota Messi il portoghese Cristiano Ronaldo e il brasiliano Neymar: “Messi è il mio giocatore preferito, ma anche Cristiano Ronaldo e Neymar sono bravi. Hanno stili diversi in un calcio cambiato, perché oggi si gioca più sulla difensiva”.

Edson Arantes do Nascimento ha parlato della genesi del suo film. Inizialmente lui non era tanto convinto, ma poi dopo aver letto la sceneggiatura si è addirittura commosso. Per Pelé in questo film c’è un messaggio rivolto a chiunque. Perché nella vita tutti possono avere la possibilità di realizzare i propri sogni:

Sono molto contento per il film. Quando sono venuti a casa da me i produttori per dirmi che volevano fare un film sulla mia vita, ho pensato: ‘Ma questi sono matti? Ho avuto la fortuna di fare film con personaggi come Stallone. Cosa vogliono da me? La grande differenza rispetto al passato è che quando ho iniziato a leggere lo script mi sono commosso. Si parlava della mia infanzia e della mia famiglia povera. Non ho idea di cosa possa accadere nel mio futuro, ma Dio sa che ciò che faccio tutti i giorni e il mio sforzo è lasciare un messaggio a tutti. Il messaggio del film è dire ai ragazzi di strada che possono farcela.

Tanti ricordi per Pelé che ha ricordato con affetto il primo Mondiale vinto, lui non doveva essere nemmeno titolare e trionfò a diciassette anni, ma anche l’ultimo che il Brasile vinse in finale sull’Italia. Il brasiliano ha parlato anche del gol più bello che ha mai segnato:

Il momento più importante della mia carriera è stato il Mondiale del 1970 in Messico. Avevo molta esperienza ed ero cosciente che quello sarebbe stato il mio ultimo Mondiale. La partita più bella è stata la finale del ’58. Ero matto, avevo solo 17 anni e battemmo 5-2 la Svezia. Arrivammo lì che non ci conosceva nessuno. Il gol più bello? Quello realizzato con il Santos alla Juventude al San Paolo: ho fatto quattro sombreri uno dietro l’altro.

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