Party animal, Drenthe tra cosce e culi di bottiglia. E quella notte in vasca con più donne

A Madrid faceva scalpore (e notizia) per essere amante della noche. Se caliente, meglio ancora. Royston Drenthe mai ha negato la sua vita da bomber e come la interpretasse calandosi perfettamente nella parte: donne e pallone, scappatelle notturne, cosce e lenzuola, culi di bottiglia e poi gli allenamenti ai quali arrivava un po' loco dopo aver fatto baldoria. "Ho fatto tante pazzie", raccontò qualche tempo fa in un'intervista al quotidiano spagnolo Marca che rivelò un bel po' di marachelle compiute da quel calciatore di talento ma così poco avvezzo alle regole e agli schemi… lui, terzino sinistro fluidificante, gli piaceva ‘fluidificare' altrove. "Quando giocavo nel Real spesso uscivo di notte in gran segreto e andavo in giro per ristoranti, alle feste e a caccia di ragazze carine".
Beata gioventù. Chi vuol essere lieto, sia. E Drenthe, da sempre assertore dell'attimo fuggente da cogliere perché del ‘doman non v'è certezza', non ha perso l'occasione né il vizio. Anche in Inghilterra, quando si trasferì all'Everton, fece parlare di sé per le evoluzioni fuori dal rettangolo verde, prodezze scatenate con le quali i tabloid andavano a nozze. Lo ribattezzarono ‘party animal', alias che è tutto un programma e la dice lunga sul vizietto dell'uomo che ha fatto più di una volta lo sgambetto alla carriera del calciatore.
Chissà dove sarebbe arrivato se solo avesse messo la testa a posto. Se fosse stato un po' meno gaudente e un po' più disciplinato. Chissà… ma la realtà è che a lui nemmeno interessava saperlo. E oggi che indossa la maglia dello Sparta Rotterdam guarda al passato con la faccia di uno che ha capito e sorride di rimando chinando il capo.
Peccato, ma se n'è visto bene. Nel diario dei Toffees c'è un capitolo dedicato tutto alla follia dell'olandese che una notte di sette anni fa (stagione 2011/2012), intorno alle 2, s'introdusse nel centro di allenamento del club portando con sé un po' di ragazze con le quali trascorrere qualche ora di relax nella vasca dell'idromassaggio. Aveva bisogno di riposare e distendere i nervi e lascio che tutto si sciogliesse tra le mille bolle blu che gorgogliavano tra calice e bollicine, una risata forte e coccole generose.
Tutto vero, non fu leggenda metropolitana. Non fu un'esagerazione dei media che gli stavano col fiato su collo. Non fu chiacchiericcio pruriginoso del gossip. Quella notte Drenthe s'intrufolò per davvero nei locali di Finch Farm. E non era affatto solo come lui stesso, a distanza di tempo da allora, ha ribadito nell'intervista al canale YouTube “The Toffee Blues”. "Sì, è successo", ha confermato l'olandese volante (e impenitente).