Partite comprate, il Catania rischia la retrocessione d’ufficio
Il Catania rischia grosso: lo scandalo sulle presunte partite comprate in Serie B rischia di far saltare la squadra siciliana dai nastri di partenza per la prossima stagione. La responsabilità, in questo caso, non sarebbe più indiretta, ma diretta vista l'implicazione del presidente Pulvirenti e dell'amministratore delegato (con, dettaglio non da poco, potere di firma) Cosentino: vale a dire i due plenipotenziari del Catania.
Rischierebbero di meno invece le altre società coinvolte: nel loro caso si tratterebbe, sembra che ne venga dimostrato il reato, di responsabilità oggettiva in quanto vengono implicati solo alcuni giocatori loro tesserati e dunque la permanenza nel campionato non è a rischio. Viceversa, il Catania rischia di essere retrocesso in Lega Pro d'ufficio. I tesserati coinvolti, invece, potrebbero incassare squalifiche pesanti (fino ai tre anni) e multe salate (fino a 50mila euro), rischiando anche la radiazione.
Chi per ora osserva la vicenda con le dita incrociate è la Virtus Entella: i liguri, retrocessi ai playout contro il Modena, potrebbero essere immediatamente ripescati in caso di esclusione del Catania dalla prossima sere B. E questo farebbe sperare nel ripescaggio altre quattro squadre: Cittadella, Brescia, Varese e Bassano. Con il Parma fallito ed in Serie D, un posto in Serie B è già libero anche se la Virtus Entella era la grande favorita. Ma con l'eventuale esclusione del Catania, i posti liberi sarebbero due, il che significherebbe via libera per i liguri (che prenderebbero d'ufficio il posto del Catania) e battaglia tra "sole" quattro squadre e non più cinque per il secondo posto disponibile. Sempre che però si faccia chiarezza, e subito. Il procuratore federale Stefano Palazzi proverà ad accelerare i tempi e scongiurare uno slittamento del campionato, altra ipotesi abbastanza realistica.