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Parma sull’orlo del fallimento, la Procura indaga su Ghirardi

L’ipotesi di reato prefigurata dalla Procura di Parma è bancarotta fraudolenta. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo d’inchiesta per scandagliare pista di carta e denaro, verificare eventuali distrazioni di fondi, comportamenti illeciti, che hanno condotto al dissesto finanziario della società. Sulla vicenda summit dei magistrati dell’Antimafia con quelli a capo dell’inchiesta in corso. Ghirardi che per ora non ha ricevuto nessun avviso di garanzia, potrebbe rischiare però una carcerazione preventiva.
A cura di Maurizio De Santis
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L'ipotesi di reato prefigurata dalla Procura di Parma è bancarotta fraudolenta. E la Gazzetta di Parma rilancia la notizia che l'ex presidente degli emiliani, Tommaso Ghirardi, è nel mirino degli inquirenti che hanno aperto un fascicolo d'inchiesta per scandagliare pista di carta e denaro, verificare eventuali distrazioni di fondi, comportamenti illeciti, che hanno condotto ai 200 milioni di debiti, al dissesto finanziario fino alla richiesta di fallimento che verrà valutata e resa effettiva entro il prossimo 19 marzo (data fissata per l'udienza). Cosa rischia? L'arresto. Se infatti venisse riscontrato il pericolo di fuga o quello di inquinamento delle prove secondo la legge Ghirardi rischierebbe la carcerazione preventiva. Al momento nessun avviso di garanzia sarebbe stato inviato all'ex massimo dirigente – come chiarito dal diretto interessato – che a dicembre scorso ha venduto il club al finanziere Taçi: un passaggio di consegne durato pochi mesi, fatti di promesse e proclami di rilancio, salvo lasciare la ‘patata bollente' nelle mani di Giampietro Manenti, l'uomo a capo della presunta cordata d'investitori dell'Est Europa che dovrebbero salvare le sorti dei gialloblù. L'uomo dei bonifici partiti e mai arrivati per tempi tecnici. L'uomo solo al comando perché, dice, "è solo come che devono trattare tutti, compreso chi vuol comprare la società". L'uomo che, più volte intervistato, replica così ai dubbi e alle obiezioni avanzati sulla gestione della situazione: "Io un bluff? Forse sì, forse no… ma ribadisco che i soldi ci sono". Già, ma dove?

L'indagine condotta dai magistrati emiliani, però, non desta scalpore ma è la naturale conseguenza di quanto già trapelato nei giorni scorsi, quando la Procura aveva iniziato a occuparsi della vicenda divenuta tanto paradossale quanto ramificata la promiscuità dei traffici indiscriminati scoperti: 48 milioni di scoperto con le banche, 38 con i fornitori, 18 tra tasse e previdenza inevase (come precisato dal quotidiano parmense), canoni non pagati al Comune emiliano dal 2011 per una cifra pari a 4 milioni di euro, oltre a spettanze non onorate coi tesserati e i dipendenti della società stessa. "Quando lo stato di dissesto di una società è evidente e si possono presumere condotte illecite che l’abbiano causato, si può comunque ipotizzare la bancarotta fraudolenta", è questa la motivazione del dossier aperto sul ‘caso Parma' che nelle prossime settimane – dopo le dimissioni del direttore generale Pietro Leonardi – vivrà ancora di colpi di scena. L'ultimo, quello ferale, salvo miracoli dell'ultima ora, verrà vibrato in un'aula di Tribunale per la richiesta di fallimento avanzata dalla stessa Procura per inadempienze fiscali.

Sulla situazione difficile del Parma c'è anche l'attenzione della Procura Antimafia di Bologna. I magistrati della direzione distrettuale del capoluogo emiliano hanno avuto un incontro con il capo della Procura di Parma, Antonio Salvatore Rustico, e i pm Dal Monte, Amara e Ausiello (tutti impegnati nell'inchiesta per bancarotta fraudolenta). Oggetto della discussione, il flusso di denaro transitato sui conti del club gialloblù e presunti punti di contatto tra l'inchiesta in corso e altre indagini della Dda.

Nel frattempo è andata quasi deserta l'asta dove erano in vendita gli oggetti e i beni sequestrati nei giorni scorsi al Parma dagli ufficiali giudiziari. Sono stati battuti esclusivamente i due pullmini da nove posti che hanno garantito un incasso di circa ventimila euro.

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