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Parma, nuovo ribaltone: Taçi ha già venduto la società

Il patron che ha raccolto l’eredità di Ghirardi ha ceduto le sue quote a una nuova cordata d’imprenditori lombardi con interessi in Russia.
A cura di Marco Beltrami
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Alla vigilia della delicata sfida interna contro il Chievo, che potrebbe mantenere ancora vive le già flebili speranze per la salvezza, arriva un nuovo terremoto in casa emiliana. Un mese dopo l’insediamento della nuova dirigenza che ha raccolto l’eredità tutt’altro che semplice del presidente Ghirardi, il neopresidente Rezart Taçi avrebbe già venduto le sue quote azionarie. C’è grande incertezza sull’identità di questi ultimi: dovrebbe trattarsi di un gruppo industriale lombardo che ha interessi commerciali anche in Russia. Il nuovo gruppo avrebbe la precisa volontà di far invertire la rotta alla società, rimediando alla difficile situazione societaria e non solo. La prima operazione della rinnovata dirigenza dovrebbe essere quella relativa agli stipendi che giocatori, staff e addetti ai lavori non ricevono da mesi.

Dopo altre indiscrezioni, sono arrivate nuove smentite ufficiali sia da parte dell'ex proprietario Ghirardi che della famiglia Barilla. "Solo speculazioni" ha confermato l'ex patron dei ducali "Assolutamente falso, io con il calcio ho chiuso per sempre con la cessione presso il notaio Posio di Brescia il 19 dicembre 2014″. Dello stesso avviso Barilla che si è tirato fuori dai giochi  senza indugio: "Tutte voci destituite di ogni fondamento"

Nelle ore convulse della mattinata era emerso anche il nome di Claudio Bighinati quale possibile, nuovo presidente: Bighinati, 39enne, è l'attuale numero uno dei Giovani Industriali di Bologna oltre ad essere vicepresidente di Publivideo 2 srl, società che detiene le emittenti locali Telesanterno, Telecentro-Odeon, Telestense. Il diretto interessato, però, ha subito smentito la notizia con fermezza.

Il Parma verso il fallimento

La situazione infatti è davvero critica, soprattutto per le gravi lacune lasciate dalla gestione precedente. Il Parma ha infatti a bilancio circa 130 giocatori di proprietà, un numero impressionante che nella scorsa stagione era ancor maggiore (addirittura 230). Una situazione che ha pesato come un macigno sulle casse societarie, con la cordata di Taçi che non è riuscita ovviamente in breve tempo a colmare le lacune. A gettare ulteriore benzina sul fuoco poi sono arrivate le proteste dei calciatori: dopo la messa in mora del club da parte di Cassano, e gli addii di De Ceglie, Lodi e Felipe, il gruppo ha deciso di attendere la prossima scadenza per avviare un’azione legale nei confronti del club. Grande speranza e fiducia nella seconda cordata che si spera possa trovare la soluzione e soprattutto la liquidità necessaria a risolvere i problemi ed evitare il fallimento del club ducale.

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