Parma, Manenti va avanti da solo ma la partita contro il Torino è a rischio
Un'altra tappa, o toppa. Come meglio piace. Perché il ‘caso' Parma non finirà certamente giovedì, 19 marzo, data in cui il tribunale dovrebbe dichiarare il fallimento della società prelevata da Giampietro Manenti che, da par suo, dichiara di poter procedere da solo alla ricostruzione societaria senza aver l'obbligo di vendere o svendere. Fatto sta che anche la possibile trattativa con il gruppo di Proto è andata in fumo: da un lato c'è un acquirente che ‘denuncia' una richiesta eccessiva, dalla'altra un venditore che dichiara di non aver bisogno di cedere nulla perché "bisognava venderla prima non adesso che fallisce o la si salva". Intanto, mentre continua la nebulosa sulla questione economica, si addensano nuove nubi anche sulla prossima gara di campionato, in previsione al Tardini contro il Torino. Lo stadio resta sigillato peri ducali perché il Comune – che ne è proprietario – ha deciso da tempo di non far utilizzare al club l'impianto senza garanzie e fondi.
Fra pochi giorni, due per la precisione, si pronuncerà il Tribunale visto che nei giorni scorsi sono stati depositati gli ultimi bilanci del club e la situazione contabile corrente. Ma ciò che manca è proprio il piano di rientro dal debito come promesso dal numero uno crociato e così la strada del fallimento, con la nomina di due curatori fallimentari, sembra la più probabile. Eppure c'è anche la possibilità che la sentenza possa non arrivare in tempo per la sfida di domenica con il Torino, aprendo nuovamente una incognita su chi pagherà l'apertura dello stadio Tardini. Potrebbe presentarsi uno sponsor perché bisogna pagare sicurezza, steward e utenze prima durante e dopo i 90 minuti di gioco.
Intanto Giampietro Manenti ha fatto sapere che andrà avanti da solo, almeno sino a giovedì 19 marzo quando ci sarà l'udienza per la richiesta di fallimento di fronte al Tribunale di Parma. Al milione messo sul piatto da Proto, Manenti ha rilanciato chiedendone cinque e così la trattativa è definitivamente tramontata anche se da entrambe le parti ci sono le smentite di rito. Difficile però che i magistrati giovedì decidano di concedere ulteriore tempo al presidente anche perché, se così fosse, la Lega Calcio non potrebbe procedere al versamento dei 5 milioni promessi al Parma per concludere la stagione. Ciò comporterebbe la mancanza della regolarità del campionato in corso mentre se sarà fallimento il Tribunale nominerebbe un curatore che concederà immediatamente l’esercizio provvisorio dell’attività industriale.