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Parma, Manenti non convince. Pizzarotti: “Se rimane, chiudo lo stadio!”

Il presidente del Parma, dopo l’incontro con il sindaco, è stato violentemente contestato: “Non è andata bene, ma perché i tifosi non hanno contestato prima, visto che mancavano i soldi?”. Il primo cittadino va giù pesante: “Se rimane lui come presidente, chiudo lo stadio”.
A cura di Alberto Pucci
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C'era una volta il Parma. Una società che, tra alti e bassi, faceva felice una città e poteva anche contare su un sindaco in campo dal nome Marco Osio. Tutto sommato, rispetto all'incredibile e tragicomica farsa messa in piedi da non si sa bene chi, si stava meglio prima. Anche adesso cè un sindaco che gioca per il Parma e, paradossalmente, è proprio il primo cittadino della città ducale. E' lui, insieme ai giocatori e a quei poveri dipendenti in attesa di una risposta, che sta cercando di scuotere un mondo fin troppo adagiato su se stesso, di sensibilizzare l'opinione pubblica, di cercare di capire cosa succede con Giampiero Manenti: l'uomo che si è messo in testa di fare una cosa grande: probabilmente, molto più grande di lui. E Federico Pizzarotti (il sindaco, appunto) è riuscito, dopo diversi tentativi, ad incontrare Manenti in una riunione che si è svolta oggi pomeriggio presso il Comune di Parma. Arrivato intorno alle 16.30, con il suo "look" ormai inconfondibile, il presidente è entrato in Municipio ed è rimasto a colloquio per più di un'ora prima di uscire e rilasciare alcune dichiarazioni importanti alla stampa: "Quello che posso dirvi è che la riunione è andata male, ma che i soldi arriveranno in un paio di giorni – ha spiegato Manenti a Parmalive – Abbiamo l'ok di una banca, dopo che una ci aveva rifiutato la richiesta. Però, ci vogliono dei tempi tecnici".

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L'ira dei tifosi – All'uscita del Comune, Manenti ha dovuto letteralmente scappare verso una volante della Polizia e chiedere "asilo politico" a causa degli insulti e delle cattive intenzioni di alcuni ultrà del Parma. Nel tragitto si è sfogato con la stampa: "Non capisco perché chi contesta ora, non l'ha fatto prima – ha ringhiato Manenti – Se non sbaglio anche prima mancavano i soldi. Questa contestazione non mi turba, non posso farci niente se contestano e non so di chi è la colpa. Sono io il problema? In questi giorni non sono sparito, ho lavorato tutta la settimana. La società non sparirà. Chi ha detto che non ho i soldi? Il club l'ho comprato e di soldi ne servono parecchi, sapete meglio voi quanti. Stiamo facendo il possibile, c'è un piano e abbiamo appena finito di guardare la situazione debitoria. In Procura andrò nei prossimi giorni. Non è stato possibile andare oggi, non eravamo pronti. Il rinvio della partita di Genova? Il problema non è economico e aspetto di conoscere dai giocatori le loro motivazioni. Mi vedete calmo? Non vedo perché dovrei essere agitato, le panchine e i computer non li ho mica portati via io".

Tardini "chiuso per Manenti" – Dopo l'imprenditore bresciano, è toccato al sindaco Pizzarotti affrontare le domande dei giornalisti assiepati fuori dal Municipio. Dopo il lavoro degli scorsi giorni, il primo cittadino è rimasto dell'idea che l'attuale proprietario del club ducale non sia la persona giusta per risollevare le sorti del Parma: "Manenti non è un interlocutore credibile – ha confermato Pizzarotti a Sky Sport – Voglio esprimere ancora tutta la mia solidarietà ai giocatori. Se il presidente del Parma è questo, allora chiuderemo lo stadio". Parole forti confermate anche al resto della stampa presente: "Non siamo felici – ha continuato il sindaco – Da Manenti zero garanzie. Ho avuto di fronte una persona che eludeva le risposte, che si vedeva che non aveva idee chiare, piani concreti. Da dove dovrebbero arrivare i suoi soldi, ammesso che arrivino? Parlerò con Tavecchio perché la situazione è grave e va affrontata con maggior decisione. Manenti non è credibile per Parma, la città non se lo merita. Stiamo valutando di chiudere il "Tardini" e di inibirlo all'uso finché non ci sarà un interlocutore serio. Non sarà chiuso alla squadra, alla città o ai tifosi e, se arriverà un aiuto dalla Lega o dal Tribunale saremo i primi a collaborare".

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