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Parma, Malagò: “Fuori i nomi dei colpevoli, altrimenti ci penserà la Figc o il Governo”

Il presidente del Coni alza la voce chiede pubblicamente di fare chiarezza sui responsabili della grave crisi del club emiliano.
A cura di Marco Beltrami
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Parma sull’orlo del baratro, eppure non c’è chiarezza sui principali responsabili di questa situazione che sembra ormai irrecuperabile. All’indomani della seconda domenica senza calcio per la squadra e città ducale, ad alzare la voce ci ha pensato il numero 1 del Coni Giovanni Malagò. Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano non ha usato mezzi termini per commentare la situazione della società emiliana, pretendendo serietà e delucidazioni: "Non è accettabile che nessuno abbia detto: è colpa mia. Non c'è nessuno che finora si sia assunto la responsabilità di questa situazione. Se nessuno se la prende, allora sarà compito delle istituzioni individuare di chi è la colpa: questo è sicuro, perché non è più accettabile. Nel 2015, nello sport in Italia, non è accettabile. Questo scarico di responsabilità l'uno con l'altro io non lo accetto, quindi aspettiamo questa assemblea di Lega in programma venerdì e vediamo cosa emerge, poi è chiaro che con il sottosegretario Delrio ci confronteremo non solo ufficiosamente ma anche ufficialmente".
Beretta difende i vertici federali. Una richiesta che nella giornata di ieri ha presentato anche il presidente del Cesena Lugaresi che ha puntato il dito anche ai vertici del calcio italiano. A rispondere per le rime al patron emiliano ci ha pensato il presidente della Lega di Serie A Beretta ai microfoni della trasmissione radiofonica “Radio Anch’io Sport”: "Responsabilità di Figc e Lega? Lo escludo nel modo più assoluto. Con le norme e i regolamenti esistenti è stato fatto tutto quello che era previsto da molti, molti anni. Ci sono regole molto precise, che prevedono tempi di controllo e valutazioni, decisioni successive ed eventualmente penalizzazioni che sono le sanzioni previste. Ci sono dei dati che vengono valutati alla fine di giugno per l’ammissione dei campionati, i pagamenti di stipendi e contributi, tutta la parte fiscale e così ha fatto la Covisoc ed evidentemente tutto era in linea con la parte sotto osservazione da parte del mondo sportivo. Poi c’è stata un’ulteriore verifica al primo di ottobre che riguarda la parte residua di stipendi, tasse e contributi e il problema si è evidenziato a novembre e lì sono scattate le misure, cioè le penalizzazioni, ed è cominciato il passaggio di mano della società".
Il sistema funziona.  In estate il Parma era escluso dall’Europa League dopo il mancato superamento degli accertamenti sulla situazione economica del club dell’allora patron Ghirardi. Beretta a tal proposito giustifica e convalida il sistema dei controlli nazionali: “L’accertamento ai fini Uefa fu fatto dagli organi competenti della nostra federazione. C’era un mancato pagamento di 300 mila euro e in virtù di quella situazione, sulla base della valutazione federale, il Parma non fu ammesso. Non c’è un sistema di controlli europeo ma nazionale. Ricordo si scatenò di tutto, si parlò di complotto e voglia di penalizzare una città ma venne fatto un lavoro rigoroso. Si tratta di un sistema che va benissimo, ma funziona molto diversamente se ho la fila di pretendenti o una società in difficoltà, il meccanismo reale rischia di essere molto diverso. Nei mesi successivi a quella valutazione, la società ha però colmato questo buco”.
Futuro tutto da capire per il Parma. Nel frattempo bisognerà capire quale sarà il futuro della squadra. La decisione secondo Beretta sarà presa dopo il 19 marzo, ovvero dopo la convocazione dell’assemblea di Lega. In quella circostanza si potrebbe anche decidere di provare ad aiutare economicamente il club almeno per concludere regolarmente questa stagione senza “falsare” la Serie A. Una battuta anche sul presidente Manenti: l’operazione con cui l’imprenditore ha rilevato il Parma è legale e indipendente da precise regole del mondo del calcio. In futuro però le cose potrebbero cambiare: “La cessione del Parma a Manenti? Fa parte dei meccanismi normali societari, non ha a che vedere con norme particolari che riguardano il mondo del calcio. E ricordo che questo passaggio fu salutato a Parma con grande entusiasmo. Possiamo certamente introdurre, e siamo vicini a farlo, un meccanismo simile a quello della Premier League a livello federale, stiamo cercando di cambiare le regole. Non è la Lega che gestisce miliardi di euro. La Lega vende collettivamente i diritti tv che sono una parte importante dei ricavi e questi ricavi passano nelle disponibilità delle società. Ogni società ha il suo monte diritti tv che viene centralmente venduto e singolarmente incassato sulla base di quello che gli spetta. I poteri decisionali sono poi nell’assemblea dei presidenti, dove uno vale uno, la Lega è la somma delle volontà dei singoli club”.

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