Parma, il tempo stringe: 13 giorni per salvare il club, debiti verso 130 calciatori
Torna a precipitare la situazione del Parma Calcio: dopo la nuova penalizzazione in classifica di quattro punti, che ha spento in pratica le già velleitarie speranze degli emiliani di conquistare una difficile, se non impossibile, salvezza sul campo, adesso si sta avvicinando la data del 30 aprile, ovvero l'ultima per poter ridurre il monte debiti societario e salvare il titolo sportivo. Una situazione tanto semplice da capire quanto difficile da risolvere: se entro il 30 aprile, ovvero 13 giorni, i curatori fallimentari troveranno il modo di ridurre i debiti, allora per il club emiliano sarà possibile salvare il titolo sportivo e ripartire dalla Serie B. Viceversa, sarebbe la parola fine a 102 anni di storia.
Demetrio Albertini ed i curatori fallimentari, che l'ex-milanista sta guidando da consulente, stanno provando a fare il possibile per trovare una soluzione. Ma il monte debiti è alto: ben settantaquattro milioni di euro, di cui circa sessantatre milioni di ingaggi ai giocatori. Giocatori il cui numero è ancora più elevato: sono in tutto ben 130 calciatori i "creditori" del Parma Calcio. Il 29 aprile si giocherà Lazio-Parma: gara che rischia di essere davvero l'ultima per il club emiliano, e non solo nella massima serie. Una situazione, quella del club gialloblu, che sembra davvero irreversibile. La speranza è che, nei prossimi tredici giorni, venga trovata una soluzione per ridurre il monte debiti: ma allo stato attuale prevale il pessimismo. Dopo il fallimento societario, dunque, sancito dal tribunale di Parma, adesso c'è lo spettro del fallimento sportivo: il che vorrebbe dire l'addio a 102 anni di storia, comprensivi di tre coppe Italia, una supercoppa italiana, due coppe UEFA (oggi Europa League), una supercoppa europea ed una scomparsa Coppa delle Coppe. Il 30 aprile, insomma, potrebbe essere un triste giorno per Parma e per il calcio italiano tutto.