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Parma, il debito ammonta a oltre 22 milioni

Una cifra altissima che di fatto sta impedendo al club ducale di essere riacquistato evitando il fallimento. A rendere nota la cifra (precisamente di 22,2 milioni) è la stessa società in un comunicato ufficiale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Che la situazione del Parma Calcio sia disperata lo si è intuito sin dai primi momenti in cui è stato ufficializzato il baratro economico in cui il club ducale era sprofondato. Poi, l'avvento della scellerata gestione Manenti, le indagini, le manette e il fallimento. Che è dietro l'angolo. A poco, o nulla, è servita la bombola d'ossigeno della Federcalcio in accordo con la Lega per permettere alla squadra di concludere il campionato dando più tempo per trovare acquirenti e sventare un destino che oramai appare ineluttabile. Troppi i debiti sportivi cumulati da un anno a questa parte, troppi gli speculatori e pochissimi – anzi nessuno – i potenziali veri interessati a salvare una società che ha scritto pagine importanti del nostro calcio sia in Italia che in Europa.

Il baratro senza fondo – A Parma ci dovrebbero essere abituati, dopo il clamoroso fallimento di Callisto Tanzi e la sua Parmalat che coinvolse la società e la squadra. Eppure, a distanza di anni, quel crack che fece parlare a lungo sull'opportunità di dare la presidenza di club sportivi ad imprenditori i cuoi affari erano chiaramente altrove, oggi sembra una bolla di sapone in mezzo al mare. Ciò che è accaduto negli ultimi mesi ha del clamoroso e del tragico, trascinando il club ducale in un inferno il cui tunnel sembra concludersi solamente con una parola: fallimento.

La nota ufficiale – A confermare la situazione, la stessa società che alla ricerca disperata di un acquirente ha reso noto il debito sportivo: "In data odierna  i curatori fallimentari del Parma FC S.p.A., dott. Angelo Anedda e dott. Alberto Guiotto, hanno depositato –  sulla base delle insinuazioni presentate dai creditori – il progetto di stato passivo relativo al solo debito sportivo rilevante ai sensi delle Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF). L’ammontare complessivo dei debiti di cui la curatela propone l’ammissione al passivo ammonta ad euro 17.2 milioni.  A tale importo andranno aggiunti ulteriori debiti per ritenute IRPEF non versate e contributi INPS per circa 5 milioni di euro. Complessivamente, il debito rilevante ai fini dell’art. 52 NOIF è stato quantificato, in base agli accertamenti e alle considerazioni dei curatori, in euro 22.2 milioni. Il progetto di stato passivo sarà discusso avanti al Giudice Delegato, dott. Pietro Rogato, nell’udienza del 19 giugno prossimo".

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