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Parma, Donadoni: “Non scappo, entro il 16 basta con le prese in giro”

Dopo il secondo cambio societario il tecnico alza la voce e lancia un segnale inequivocabile ai nuovi vertici emiliani.
A cura di Marco Beltrami
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Roberto Donadoni alza la voce. Il tecnico del Parma ha deciso di mettere da parte pacatezza e diplomazia per chiedere rispetto, dopo l’ennesimo colpo di scena stagionale in casa emiliana. Il mister dei ducali infatti ha così commentato il secondo ribaltone societario con l’uscita di scena del presidente Taçi che aveva raccolto l’eredità di Ghirardi: “Adesso basta con le vicende societarie. Tutto quello che è successo, tra falsi acquirenti e presunti tali, credo sia veramente abbastanza: credo sia ora di dire basta e di dire fine alla presa in giro. Mi auguro che chi dice di essere subentrato abbia la volontà di fare le cose per bene, perché altrimenti sarebbe l'ennesima presa per il sedere, il colmo del colmo”.

Il tecnico ha perso la pazienza

Il Parma non scenderà in campo contro il Chievo a causa del rinvio del match per le condizioni meteorologiche avverse. La sfida si recupererà mercoledì 11 febbraio, in quell’occasione il mister spera di poter contare sulla serenità di tutto l’ambiente grazie a nuove garanzie per il pagamento almeno di parte degli stipendi arretrati: “Lunedì prossimo speriamo che non ci siano più scadenze rimandate e voglio essere ottimista, anche per tutta la gente per bene che lavora nel Parma calcio. Questa città ha bisogno di altro, di una situazione davvero chiara. Io ho sempre cercato di avere rispetto dei ruoli e di dare fiducia alle persone, ma devo dire a nome mio e dei calciatori che la data del 16 febbraio per noi è imprescindibile”. C’è grande amarezza per l’ex Ct deluso dal punto di vista umano: “Ci hanno riempito di tante chiacchiere, tante menzogne, tante falsità che di persona ti raccontavano in un modo, poi alle spalle ti rendevi conto che dicevano esattamente l'opposto. Queste persone mi sono scadute dal punto di vista personale e a volte mi hanno impietosito, sentendole parlare. Ma non c'è cosa peggiore che provare pietà per qualcuno che poi ti rendi conto sta facendo il gioco sporco. È veramente brutto”.

Donadoni chiede interventi repentini

In conclusione un messaggio ai vertici del calcio italiano: “Chi comanda e chi è preposto deve intervenire, ma al tempo stesso mi rendo conto che, come al solito, si fa sempre ben poco. Questo atteggiamento italiano è una cosa che mi mette tanta rabbia dentro, perchè credo che siamo arrivati al culmine, veramente al punto di non ritorno, quindi bisogna prendere delle decisioni forti, che possano costare anche qualcosa, ma bisogna smettere di guardare al proprio orticello, e cercare di fare qualcosa di costruttivo per tutti. Non se ne può più di vivere e vedere situazioni di questo tipo, è una cosa insopportabile”.

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