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Parigi sotto attacco, Garcia nell’inferno dello Stade de France: “Restiamo uniti”

L’allenatore della Roma era sulle tribune dell’impianto parigino quand’è scoppiato l’inferno. E’ riuscito a mettersi in salvo e ha comunicato sia al club sia ai familiari che non correva rischi per la propria incolumità. Filo diretto con Trigoria, preoccupazione per i calciatori Digne e Rudiger in campo con Francia e Germania: stanno bene.
A cura di Maurizio De Santis
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"I miei pensieri vanno alle famiglie delle vittime e dei feriti. Non ci sono parole per descrivere questa tragedia. Restiamo uniti e solidali per costruire un futuro migliore". Rudi Garcia, francese, era lì, in quel maledetto inferno di orrore e morte che ha squassato il cuore di Parigi e dell'Europa. Era volato in Francia per trascorrere il week end assieme alla propria famiglia, approfittando della pausa di campionato. Il tecnico della Roma era tra gli spettatori che allo Stade de France sono rimasti sorpresi, intrappolati nella mattanza, storditi, violentati dal fragore delle bombe, dalle urla di disperazione, dal sangue dei feriti e dei morti (158 è il bilancio delle vittime contate finora, di cui una cinquantina all'interno e nei pressi dell'impianto sportivo). L'allenatore era lì per seguire l'amichevole tra la Francia e la Germania, valutare le condizioni dei due giallorossi Digne e Rudiger impegnati con le rispettive nazionali, quando nella capitale transalpina è scoppiato il caos: spari e bombe sulla gente inerme, giustiziata e massacrata.

Per sua fortuna, venuto immediatamente a conoscenza delle notizie drammatiche e convulse rilanciate dai media, Garcia è riuscito ad allontanarsi in fretta dallo Stade de France. Accanto a lui c'era anche Francesca Brienza, che su Twitter ha descritto la serata di terrore: "Negli occhi, come pellicole, scorre il panico, la paura, l'angoscia. È assordante e senza tregua il rumore del dolore". In tribuna c'era anche il procuratore Oscar Damiani, ex calciatore di Juventus, Lazio e Milan e oggi manager dei calciatori che nutre particolare interesse per il calcio francese.

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Filo diretto con l'Italia e Trigoria

Avvertire casa. Tranquillizzare i familiari e i propri cari. Comunicare alla società che è sano e salvo, che non corre rischi per la propria incolumità. E' la prima cosa fatta dal tecnico della Roma che s'è tenuto costantemente in contatto con lo staff dirigenziale. Panico e apprensione. Tensione e paura. A Trigoria si tagliavano a fette, la situazione è tornata alla ‘normalità' quando s'è saputo che i calciatori delle rispettive squadre (compresi Rudiger e Digne, in forza ai capitolini) sono stati portati al sicuro. "Stiamo bene", hanno riferito al club i giocatori. Doveva essere un ordinario week-end di relax, di quelli concessi ai tesserati per respirare e tirare il fiato rispetto al tour de force delle ultime settimane che ha messo a dura prova la tenuta fisica e psicologica dei calciatori impegnati tra campionato e coppe. Doveva esserlo, non è stato. E ciò che è diventato lascia in ogni ruga silenzi troppo duri da raccontare.

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