Pareggio e possibile “biscotto”: l’Euro 2012 azzurro è appeso ad un filo
Occasione sprecata – Lo si era detto e scritto, subito dopo la partita contro la Spagna: complimenti per l'esordio ma, adesso, attenzione alla Croazia, squadra difficile e scorbutica. Purtroppo, ciò che temevamo è avvenuto. L'Italia di Cesare Prandelli, con il pareggio di ieri e con la vittoria a "mani basse" delle furie rosse spagnole contro l'Irlanda del Trap (che torna a casa), rischia di rimanere fuori dalla volata europea. Serviva una vittoria, per mettere in cassaforte il passaggio ai quarti, una vittoria che avrebbe reso lo scontro "fratricida" con il Trap, una pura e semplice formalità. E, invece, è arrivato un "pari" che non serve e, soprattutto, ci lascia con l'ansia di un'eliminazione che, guardando i 90 minuti contro gli iberici ed il primo tempo di ieri, la squadra non merita. Nell'1 a 1 con la Croazia, gli azzurri hanno confermato pregi e difetti, già visti in altre occasioni: primo tempo dominato, con numerose palle gol gettate al vento, e seconda parte di gara giocata con il "fiatone" e con la convinzione che il "golletto" di Pirlo potesse bastare. A questi livelli, però, non si possono commettere certi errori: sbagli che, adesso, rischiano di innescare le immancabili polemiche nei confronti di allenatore e giocatori. Prandelli, per l'ultima gara contro l'Irlanda, dovrà lavorare molto non solo sull'aspetto fisico, ma anche su quello tattico e psicologico. Basteranno quattro giorni per rianimare l'undici azzurro?
Le prime critiche – Mettiamo subito le cose in chiaro: con il senno di poi, siamo tutti bravi.
L'aspetto psicologico – Di sicuro, non saranno giorni tranquilli per la comitiva azzurra. Non tanto per le critiche, per le quali i nostri eroi si sono fatti il pelo sullo stomaco, quanto per il pericolo di "accordo" tra spagnoli e croati, nell'ultima gara del nostro girone. Per passare ai quarti, gli azzurri dovranno infatti vincere e sperare che nell'altra partita una, tra Croazia e Spagna, si porti a casa l'intera posta. In caso contrario, con tre squadre a 5 punti (stesso numero di punti negli scontri diretti e uguale differenza reti), sarebbero decisivi i gol segnati negli scontri diretti. Con un pareggio a reti inviolate, tra le altre due formazioni, sarebbe l'Italia a passare. Se, invece, tra Croazia e Spagna terminasse 1-1, dovremmo sotterrare di gol l'Irlanda per essere sicuri di giocare i quarti. Un bel rompicapo, reso ancora più indigesto dal pensiero del possibile "biscotto": un "deja-vu" che ci riporta indietro all'Europeo del 2004, quando il gol di Cassano al minuto numero 93, nel match contro la Bulgaria, avrebbe dovuto portarci ai quarti. Una gioia che, purtroppo, durò pochissimo: la Svezia, sotto 2-1 contro la Danimarca, pareggiò (guarda che caso) ad un minuto dalla fine. L'Italia, imbattuta, torno a casa per minor numero di reti segnate negli scontri diretti. Una ferita aperta per Cassano, che rimase inconsolabilmente in campo a piangere l'ignobile "sporca" di danesi e svedesi, e per Trapattoni (ct azzurro in quella edizione continentale) che, mi piace pensarlo, smoccolò in perfetto dialetto milanese nei confronti di una delle truffe più grandi che il calcio possa ricordare. Triste e paradossale che, nel paese della "combine", si possa temere di essere "cornuti e mazziati" da un possibile accordo sottobanco. Tutto sommato, ha ragione Mario Sconcerti: un pò ce lo meritiamo!