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Paoloni: “Rinasco dopo l’inferno del calcioscommesse. Sogno di allenare i bambini”

8 anni d’inferno per Marco Paoloni. L’ex portiere classe 1984 è stato arrestato nel 2011 nell’ambito  delle indagini della procura di Cremona riguardanti scommesse e partite truccate in serie B e Lega Pro. Pochi giorni fa per lui è finito un incubo con l’assoluzione con formula piena dal capo d’imputazione più grave, ovvero la somministrazione di un sonnifero ai compagni durante l’intervallo di Cremonese-Paganese. Un’esperienza terribile, e che ha lasciato il segno su Paoloni pronto a rinascere allenando i bimbi.
A cura di Marco Beltrami
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8 anni d'inferno per Marco Paoloni. L'ex portiere classe 1984 è stato arrestato nel 2011 nell'ambito  delle indagini della procura di Cremona riguardanti scommesse e partite truccate in serie B e Lega Pro. Pochi giorni fa per lui è finito un incubo con l'assoluzione con formula piena dal capo d'imputazione più grave, ovvero la somministrazione di un sonnifero ai compagni durante l'intervallo di Cremonese-Paganese. Un'esperienza terribile, e che ha lasciato il segno su Paoloni pronto a rinascere allenando i bimbi.

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Chi è Marco Paoloni, assolto nel processo sul calcioscommesse a Cremona

Marco Paoloni ex portiere di Cremonese e Benevento è stato arrestato il 1° giugno 2011 nell'ambito delle indagini della procura di Cremona riguardanti scommesse e partite truccate in serie B e Lega Pro. Il tutto con l'accusa pesantissima di aver ‘drogato' sei persone, tra i suoi ex compagni di squadra e dello staff mettendo un sonnifero nelle bottigliette d'acqua dei giocatori durante l'intervallo di Cremonese-Paganese del 14 novembre del 2010 per modificarne il corso e il risultato. Paoloni ha respinto tutte le accuse finendo ai domiciliari, ma è stato comunque squalificato dalla Figc, con la sua carriera compromessa per sempre. Pochi giorni fa è arrivata la sentenza di primo grado del Tribunale di Cremona che ha assolto con formula piena dal capo di imputazione più grave (articolo 440 del codice penale punisce chi corrompe o adultera acque o sostanze destinate all'alimentazione rendendole pericolose alla salute pubblica) Paoloni. Per i giudici non è stato lui a mettere il sonnifero nelle bottigliette d'acqua.

Paoloni e il racconto di Cremonese-Paganese e dell'arresto

Fine di un incubo per Paoloni, che ai microfoni di Corriere.it ne ha ripercorso le tappe. Inevitabile partire da quanto accaduto dopo quel maledetto Cremonese-Paganese: "A quei tempi, il 2011, abitavo in un hotel, un classico anche questo, spesso cambiamo città una volta o più volte l’anni, e arrivarono i poliziotti con le manette. Sono stato arrestato con l’accusa di aver avvelenato dei compagni di squadra. All’epoca, ero portiere della Cremonese, in serie C. La partita? fui il migliore in campo. Ciò premesso, le analisi di laboratorio sulle bottigliette bevute tra primo e secondo tempo, hanno escluso qualsiasi tipo di sostanza tossica. Ma ho immediatamente subìto un processo mediatico devastante. Sono stato scelto come simbolo dell’inchiesta".

L'incubo di Paoli, carriera e vita privata rovinate

Sono stati anni assai difficili per Paoloni che ha sempre ribadito la sua innocenza. Nel frattempo anche le conseguenze dell'inchiesta sulla sua vita privata sono state pesantissime: "Tutti hanno dato per certo che avessi provocato l’avvelenamento, senza che neanche partisse un processo. La sentenza? L’ho attesa otto anni. Sono sincero: non ci speravo più. Ho dovuto ricredermi. Alla lunga, la verità emerge. Ricordo un colloquio con un avvocato della Figc. Io insistevo nel sostenere la mia innocenza. Mi disse: “Tranquillo, se verrai assolto, chiederai il risarcimento”. Certo, così, come se tutto passa in un amen, tanto ti arrivano i soldi e ci metti una pietra sopra… No, non funziona in questa maniera. Ho rinunciato alla mia passione e al mio lavoro. Ma fosse stato solo questo… Otto anni sono eterni. Dopo l’arresto, una delle prime conseguenze è che mi si è sfasciato il matrimonio… Non mi hanno fatto vedere mia figlia per un anno… Avevo addosso il marchio dell’infame. Sono precipitato in tutto e per tutto. Dura uscirne"

Cosa fa oggi Marco Paoloni, il sogno di allenare i bambini

Per Paoloni, scaricato da tutti, è iniziata una nuova vita: "Cosa faccio? Sono dentro la vita reale, lavoro  per una ditta di odontotecnica. Ho impiego, orari e stipendi come tutti. La mia attuale compagna, che mi ha dato altri due figli. E il mio avvocato, Luca Curatti. Un grande uomo. Il calcio? Fino al giorno prima, cento telefonate, tutti a chiedere favori. D’improvviso, cellulare muto. Pensavo si fosse rotto. Non tocco più il pallone e non guardo le partite in tv. Sono fermo da un sacco. Il ruolo del portiere richiede disciplina e metodo. Un ruolo bellissimo, ma da onorare". In futuro però Paoloni potrebbe tornare a lavorare nel calcio. Come? Allenando i più piccoli. Questo il suo sogno: "Mi piacerebbe allenare i bambini, questo sì. Tornare a giocare? Ci sto pensando"

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