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Pallone d’Oro 2019, van Dijk arriva secondo e sminuisce CR7: “Era un rivale?”

Virgil van Dijk, una carriera favolosa, lievitata anno dopo anno. Il difensore olandese, è stato grande protagonista della cerimonia del Pallone d’Oro 2019 che l’ha visto arrivare secondo nella graduatoria finale dietro a Leo Messi. Il centrale dei Reds si è reso anche protagonista, al termine della cerimonia, di una frecciata nei confronti di Cristiano Ronaldo: “Perché era un rivale?”
A cura di Fabrizio Rinelli
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Virgil van Dijk arriva secondo nella corsa per il Pallone d’Oro 2019. Il difensore del Liverpool è stato battuto dalla spietata concorrenza di un fenomeno come Leo Messi. Nonostante tutto, il centrale olandese, è stato protagonista anche con una frecciata nei confronti di Cristiano Ronaldo: "Perché era un rivale?". Un'affermazione al vetriolo arrivata al termine della cerimonia. Nonostante tutto in tanti avrebbero voluto vedere trionfare proprio il centrale dei Reds con cui, la scorsa stagione,  ha vinto la Champions League da parte del Liverpool. Ottimo anche il suo rendimento in Nazionale, specie in Nations League dove in finale l’Olanda è stata battuta 1-0 proprio dal Portogallo di CR7, deluso da quella che possiamo definire la vera e propria sorpresa. Van Dijk ha sorpreso comunque tutti dopo una carriera incredibile, iniziata nel Willem II. In quel periodo, oltre a giocare, lavorava anche come lavapiatti per aiutare la famiglia dal punto di vista economico dopo prima di consacrarsi come uno dei difensore più forti del mondo e il secondo più pagato.

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Dal Willem II al Groningen, Celtic, fino alla Premier e al sogno Liverpool

La carriera di Virgil Van Dijk nel mondo del calcio inizia nelle giovanili del Willem II, club olandese in cui il difensore militerà dal 2001 al 2010 prima di passare al Groningen che prima nel 2011 gli consente di integrarsi col gruppo per poi farlo esordire in prima squadra. Qui fino al 2013, totalizzerà ben 66 presenze realizzando anche 7 gol fra campionato e coppe nazionali. Un rendimento che ben presto gli servirà l’esperienza nel campionato scozzese, precisamente col Celtic che sborsò 2.6 milioni di euro pur di averlo. La sua attitudine al gol, oltre alla grande potenza fisica, al senso della posizione e all’anticipo, furono subito le caratteristiche che colpirono club con cui dal 2013 al 2015 realizzò 15 gol in 115 presenze.

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Numeri davvero pazzeschi che lo portarono dunque nel 2015 al Southampton che per lui sborsò 13 milioni di euro. Dal 2015 al 2018, da oggetto misterioso si conquistò il ruolo di vicecapitano della squadra e in due stagione e mezza giocò 80 gare segnando 7 reti. Il Liverpool, voglioso di riscatto in Premier, decise dunque di puntare tutto su di lui con un investimento pari a 75 milioni di euro (84 milioni di euro). Prima del passaggio di Meguire allo United fu il difensore più pagato di sempre. Con i Reds e con Klopp in panchina, diventa un difensore completo capace di vincere la Champions League lo scorso anno e di perderne un altro l’anno precedente per mano del Real Madrid.

Il trionfo col Liverpool in Champions e la finale di Nations League nel 2019

La maturità raggiunta nel Liverpool gli hanno consentito ben presto di vedere nel 2019 una delle sue annate migliori. Prima la vittoria della Champions League per 2-0 nella finale tutta inglese contro il Tottenham giocata al Wanda Metropolitano di Madrid, poi il premio come migliore giocatore della partita e successivamente una sfilza di altri riconoscimenti. Van Dijk infatti vince il premio come calciatore dell’anno in Premier League e calciatore UEFA dell’anno. Senza dimenticare il titolo come miglior difensore della stagione europea.

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Dal punto di vista realizzativo Van Dijk in un anno solare ha messo a segno la bellezza di 8 gol. Nel giugno del 2019, inoltre, raggiunge la finale di Nations League con l’Olanda perdendo però 1-0 la finale della neonata competizione per 1-0 contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Nel mezzo, anche la vittoria nella finale di Supercoppa Europea contro il Chelsea ai calci di rigore dopo il 2-2 dei tempi regolamentari.

Da lavapiatti a secondo difensore più pagato dopo Maguire

La carriera di van Dijk però è stata anche ricca di momenti non proprio felicissimi. Capitoli di una vita vissuta fra alti e bassi, in cui soprattutto da piccolo ha dovuto lottare tanto dal punto di vista familiare. Lui, nato a Breda da una famiglia di origini surimanesi, ha dovuto subire l’abbandono del padre quando lui e i suoi fratelli erano piccolissimi. Per questo van Dijk ha scelto di utilizzare sulla maglia solo il nome di battesimo. Solo con la madre e i fratelli, van Dijk ha iniziato ad aiutare dal punto di vista economico la famiglia. Il giovane Virgil infatti, lontano dagli allenamenti col Willem II, lavorava di notte come lavapiatti in un ristorante in Olanda per aiutare proprio la madre a far quadrare i conti.

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Un gesto lodevole, da parte di un ragazzo responsabile e molto deciso nella sua vita. Da piccolo poi, quando giocava nel Groningen subì un delicato intervento chirurgico per una peritonite. Un capitolo della sua vita che lo stava per spingere ad abbandonare il calcio per stare più vicino alla madre. Ma il suo spirito di sacrificio è stato più forte anche della malattia, andando avanti e giocando ancor di più come un leone. Nell’ottobre 2018 infatti, in Premier, giocò due gare con due costole rotte, risultando essere comunque il migliore campo. Semplicemente Virgil van Dijk.

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