Palermo, Zamparini attacca: “Danneggiati dalla vendetta dell’arbitro”

La sconfitta del Palermo a Carpi ha lasciato il segno, sulla classifica e soprattutto per le polemiche scoppiate a causa dell'arbitraggio che, come accusano i rosanero, è sembrato "killeraggio scientifico". Così il direttore sportivo dei siciliani, Perinetti, ha definito la direzione di gara di Candussio ‘reo' di aver decimato la squadra con le espulsioni (5 tesserati, tra calciatori e staff tecnico), di averla innervosita con decisioni e gestione sbagliata dei cartellini (Barreto e Bolzoni, già diffidati, verranno squalificati). E se il tecnico Iachini, amareggiato, prova a smorzare i toni, il presidente Zamparini attacca a testa bassa. "Si è vendicato contro di me perché cinque anni fa ho licenziato suo padre", afferma il massimo dirigente. Furente, è in fiume in piena: rompe gli argini, lascia che la risacca dei ricordi gli porti alla memoria un particolare che aveva dimenticato. Ed è allora che riprende a esondare, avanzando pesanti sospetti sulla buonafede dell'arbitro.
Abita a tre chilometri da casa mia, dove sono nato, a Sevegliano (Udine), lì ho i miei uffici – racconta Zamparini -. Così ho chiamato il sindaco di Sevegliano, volevo avere la conferma. Sì, è lui. Il sindaco, un mio amico, mi ha detto: guarda che si è vendicato. E io ho replicato: vendicato di che? Ma non ti ricordi, cinque anni fa hai licenziato suo padre? Ecco…ecco perché ce l'aveva con me e con il Palermo. Ci ha danneggiato in tutti i modi.