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Palermo, Zamparini accusa: ora è peggio di Calciopoli

Zamparini lascia e dichiara guerra alle istituzioni: “Non ci sto a vivere in mezzo a sto squallore, a Galliani va tutto bene così”.
A cura di Giuseppe Senese
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Zamparini lancia frecciate al veleno a tutti, dalla Lega a Galliani, fino alla classe arbitrale.

Molti pensano che il vulcanico presidente rosanero stia bluffando, ma a quanto pare, stavolta ha tutta l'intenzione di mantenere la sua parola.

Maurizio Zamparini lascia il Palermo, ormai sembra una decisione insindacabile, e nonostante nessuno ci creda lui fa di tutto per smentire qualsiasi ipotesi di ripensamento, lanciando pesanti accuse alle alte istituzioni: «Ma che soddisfazione c’è a vincere le partite a carte barando? Mi piacerebbe credere a un ritorno ai vecchi valori, quelli della lealtà, della sportività, vinca il migliore… In trentatré partite, undici della Juventus, undici del Milan e undici dell’Inter, non un rigore contro è stato fischiato. Sono stati fischiati, invece, tre, quattro rigori contro il Palermo che non c’erano e non gliene sono stati concessi quattro, cinque a favore che c’erano. Non ci sto a vivere in mezzo a questo squallore. In Lega mi batto solo io a nome delle medio-piccole e il Palermo non è certo un club medio piccolo. Tutto viene fatto in funzione dei grandi club, tutto negli anni è peggiorato: il sistema, gli arbitri. In Lega c’è un presidente succube delle grandi. Gli arbitri erano al centro di Calciopoli. E cosa è accaduto? Hanno ottenuto l’autonomia totale, cioè invece di essere puniti, sono stati premiati. Che bellezza!»

Zamparini ha scoccato anche delle velenosissime frecciate nei confronti di Galliani: «No, non ho parlato con lui. E d’altro canto, Galliani è organico a questo modo di pensare che vige nel calcio: vincere sempre, non conta come. Ecco perché dico che questa gente deve andare via dallo sport: vadano a fare il Palio di Siena, lì almeno è lecito».

Poi, l'inquietante telegramma finale su Calciopoli: «Calciopoli è stata la lotta di un potere contro un altro potere: il nuovo ha cac ciato il vecchio. E nulla è cambiato».

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