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Palermo, la Procura chiede fallimento: buco di 70 milioni di euro

La Procura del capoluogo siciliano ha presentato istanza di fallimento per la società del Palermo Calcio. Il buco di bilancio del club di proprietà di Maurizio Zamparini sarebbe di oltre 70 milioni di euro.
A cura di Marco Beltrami
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Brutte notizie per il Palermo a pochi giorni dalla sfida valida per la 15a giornata di Serie B contro il Cittadella. La Procura del capoluogo siciliano ha presentato istanza di fallimento per la società del Palermo Calcio. All'istanza sono state allegate le informative depositate dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e la consulenza dell'esperto di bilanci Alessandro Colasi. Il buco di bilancio della società rosanero sarebbe di oltre 70 milioni di euro.

Palermo, Procura presenta istanza di fallimento

Una tegola dunque per il club di proprietà di Maurizio Zamparini che lunedì sera nel posticipo del Barbera proverà a riconquistare la vetta della Serie B, nel match interno contro il Cittadella. Secondo quanto evidenziato dunque dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, ci sarebbe un buco di ben 70 milioni di euro per i rosanero. Ecco allora che la Procura di Palermo ha presentato un'istanza di fallimento per la società che finora non ha rilasciato alcuna dichiarazione, nemmeno sui suoi profili social.

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Le perquisizioni estive della Guardia di Finanza nella sede del Palermo

Nei primi giorni dello scorso luglio, gli agenti della Guardia di Finanza si sono presentati allo stadio Barbera per perquisizioni anche negli uffici del club.  Qui hanno acquisito documenti e atti, sotto gli occhi di diversi dipendenti del Palermo calcio che hanno seguito l'operazione in corso. All'epoca si parlava di circa 40 milioni di debiti, per ammissione dello stesso presidente Zamparini: "Una decina di questi milioni di debiti sono con Unicredit e Banca Nuova, una ventina con i procuratori e circa 6-7 milioni di contenzioso con l'Agenzia delle entrate". Una parte del debito era stata rateizzata mentre sulla restante non c'erano accordi. Ecco allora che Riscossione Sicilia aveva pignorato 200mila euro nei confronti del Palermo, per vecchi debiti relativi alla gestione precedente. A tal proposito Zamparini aveva aperto un contenzioso. Oggi l'entità del debito è lievitata, motivo per cui, senza alcun accordo, ecco che è arrivata l'istanza di fallimento.

La smentita all'epoca delle perquisizioni da parte di Zamparini

Il patron smentì subito all'epoca delle perquisizioni le accuse di falso in bilancio, chiarendo che la situazione del Palermo era a posto. A suo giudizio, la visita della Guardia di Finanza era legata alla mancata cessione del club alla cordata di Baccaglini. Una trattativa finita male, con lo storico proprietario che ai microfoni di ForzaPalermo.it dichiarò: "Ho la Guardia di Finanza in tutte le mie case e nella sede del Palermo, perché non ho ceduto la società a Baccaglini. Siccome sembra che venerdì scorso un Pm abbia detto che se io non avessi venduto il Palermo a Baccaglini mi avrebbe arrestato, probabilmente il motivo è questo. Sono veramente allibito per aver ricevuto in un sabato pomeriggio una notizia grave come quella di una richiesta di fallimento nei confronti del Palermo Calcio da un comunicato. Sono veramente avvilito per una istanza di fallimento che smantelleremo documenti alla mano, ma che ci procura un danno di immagine internazionale".

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