Palermo, guai per il patron Zamparini: ai domiciliari per falso in bilancio
Nuove nuvole cariche di pioggia sul cielo rosanero di Palermo. Il proprietario del club siciliano, Maurizio Zamparini è stato condannato ai domiciliari. In precedenza erano stati negati in prima istanza dal gip, ma il tribunale del Riesame di Palermo ha accolto il ricorso della Procura. Il patron rosanero è accusato di falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio e per questo è scattato il procedimento.
Sentenza non esecutiva. Si tratta di una sentenza provvisoriam arrivata in seguito all’inchiesta coordinata dai pm Dario Scaletta e Francesca Dessì per cui il proprietario del Palermo è stato accusato di falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio. Il provvedimento al momento non è esecutivo perché sulla situazione dovrà infine pronunciarsi la Cassazione. In prima istanza, i domiciliari erano stati negati dal gip, oggi sono stati confermati.
Decisione ribaltata. E' stata ribaltata la decisione del gip Fabrizio Anfuso che non aveva ritenuto esserci elementi tali da accogliere la richiesta di arresto della procura. Zamparini risponde di accuse pesanti, come falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio nell’indagine scattata nella primavera dello scorso anno sui conti del club di via del Fante. Un fascicolo coordinato dai sostituti procuratori Dario Scaletta, Andrea Fusco e Francesca Dessì e dall’aggiunto Salvatore De Luca.
L'estraneità di Zamparini. Accuse che risalgono al 2017 e davanti alle quali subito il patron Zamaprini aveva esternato la propria totale estraneità a ciò che era emerso dalle carte della Procura: «Sono esterrefatto – aveva detto un'estate fa – A Palermo ho lasciato 70 milioni del mio patrimonio, altro che falso in bilancio. Sono una persona onesta e non so a chi ho dato fastidio. Falso in bilancio? A Palermo ho lasciato tantissimi milioni del mio patrimonio, altro che appropriazione indebita".